É arrivata in redazione una lettera del sindaco di Sinagra Vincenza Maccora relativa all’articolo di Domenico Orifici “Area artigianale – capannoni in vendita – ma ci sono intoppi ” pubblicato sulla Gazzetta del Sud dell’11.03.2015 .
La nota, un attacco frontale al collega della Gazzetta del Sud, a insindacabile giudizio di questa redazione, non viene pubblicata in quanto non si ravvisano, nelle opinioni e nei sospetti del sindaco, gli elementi tipici della notizia.
Purtuttavia, sull’argomento, abbiamo chiesto al collega Enzo Caputo che negli Enti Locali ci vive e che è ha fatto la gavetta girando i comuni dei nebrodi toccando con mano tutte le “latitudini politiche”, un commento sull’articolo in questione rimandandolo per correttezza alle notizie già pubblicate.
Un pezzo canonico, scritto secondo la regola delle “cinque W”, che da la notizia, ne analizza, da addetto ai lavori, l’evoluzione storica, la inquadra nella realtà economica locale, accenna ai possibili sviluppi e la commenta esercitando il normale diritto di critica neanche poi tanto invasivo.
Il collega ci ha mandato il pezzo che segue condiviso dalla redazione. Il nostro giornale, resta comunque, sempre disponibile a pubblicare eventuali pareri e contributi sull’argomento, che aiutino a confrontarsi sulla materia delicata, della libertà di stampa.
Salvatore Calà
Il collega Domenico Orifici, corrispondente della Gazzetta del Sud, stando alle notizie riportate dalla testata “Scomunicando”, con il pezzo titolato “Area artigianale – capannoni in vendita – ma ci sono intoppi ” pubblicato sulla Gazzetta del Sud lo scorso 11 marzo è finito nel “mirino” del sindaco di Sinagra Vincenza Maccora.
Stando ai virgolettati e solo ad essi (bene fa il direttore a non pubblicare la nota) pare che Orifici abbia a cuore ben altro interesse che non quello di informare e, inoltre, i suoi articoli risulterebbero costantemente critici “neanche troppo velatamente” “ su qualunque iniziativa intrapresa dall’amministrazione. Un altro virgolettato ci informa che il corrispondente sinagrese avrebbe la “propensione ad utilizzare la testata giornalistica per finalità che, poco o nulla, hanno a che vedere con i principi dell’informazione oggettiva e pluralistica”.
La nota del sindaco di Sinagra si aggiunge alle tante che i politici dei Nebrodi, per stare alla realtà comprensoriale, scrivono per stigmatizzare l’operato dei giornalisti. Essendo Domenico un collega ed avendo letto il suo articolo, considerato che la legge professionale 69/63 promuovere(com’è giusto che sia e che condivido pienamente) lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori ho l’obbligo morale di buttare giù qualche considerazione di carattere generale a partire dal diritto di critica del giornalista tutelato dalla legge richiamata: “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica”.
Ed è proprio di questi pilasti e per la loro difesa che proporrò ai lettori qualche riflessione qualche di carattere generale ( non fosse altro perché pago l’iscrizione all’ Ordine e non ho incompatibilità) – Oggi è tutto un fiorire di lettere e letterine spesso chiamate pomposamente comunicati stampa che provengono, per stare alla nostra realtà, dai Comuni. A volte, iniziano con la parolina Magica “Comunicato stampa” finendo poi con l’essere firmati dall’organo politico che si autoincensa. All’uopo è bene sottolineare che sono i giornali che decidono se pubblicare o meno il comunicato, se tagliarlo o modificarlo in funzione dell’effettivo interesse di tutti i suoi contenuti. Ma torniamo a Orifici e ai virgolettati.
Oggi dall’incrocio tra Costituzione e norme deontologiche professionali si ricavano questi principi: la libertà di informazione e di critica (valori che fanno definire il giornalismo informazione critica) è il “diritto insopprimibile” dei giornalisti. Quindi Domenico Orifici altro non ha fatto che esercitare un suo diritto dovere: esposizione dei fatti, valutazione e critica. Il resto lo fa il lettore. Solo quest’ultimo lo promuove o lo boccia! E poi non è forse il giornalista il cane da guardia del potere? Un “tocco” ancora:- L’articolo 2 (Diritti e doveri) della legge professionale 69/1963 recita: “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori.
Orifici ha riportato fatti, li ha analizzati e criticati secondo la sua esperienza e il suo metro. Ha fatto il suo lavoro, ha informato. Il suo pezzo può piacere o non piacere ma è il suo pezzo e tanto basta. Per finire due parole a chi, magari abusivo dell’informazione, scrive con la lingua e non con la penna. Mi rattrista leggerli; mi rattrista la violenza che fanno alle loro coscienze di uomini liberi; mi amareggia pensare che inseguono una chimera che insegna loro il politichese o, peggio, il politicume; mi intristisce sospettare che possano essere, per inconsapevolezza o necessità, la longa manu dei pupari.
Era il 9 giugno del 2005 quando il Presidente della Repubblica Ciampi disse ai giornalisti “Vi invito a tenere la schiena dritta” perché “Una stampa informata, preparata, articolata, pluralistica è stata, (ed è, aggiungiamo noi) per le Nazioni europee un fattore essenziale di sviluppo della democrazia e della coscienza civile“.
Domenico, Salvatore, Enzo, Giuseppe, Massimo, Roberta, Sergio… quel discorso lo ricordano ancora. I giornalisti dei Nebrodi hanno il dovere di tenere aperto e allargare sempre quell’irrinunciabile “corridoio di democrazia” oltre il quale la società civile lentamente muore di mala politica, finzione ideologica e oblio. “Je suis Domenico”Salvatore, Enzo, Giuseppe, Massimo, Roberta, Sergio…
Enzo Caputo