I funerali, oggi. martedì 17 alle 15 presso la Chiesa Madre -Sit tibi terra levis Tullio.
Salvatore Scurria, ex vice sindaco e assessore di Castell’Umberto, è morto prematuramente. È stato una figura significativa nella politica locale, particolarmente negli anni ’80, e la sua scomparsa segna la fine di un’epoca. Scurria, noto come Tullio, ha cominciato la sua carriera politica nelle file della Democrazia Cristiana negli anni ’80, in un periodo dominato dal sindaco Aldino Sardo Infirri.
- Contesto politico: La politica locale era caratterizzata da una prevalenza di sindaci di lungo corso, con difficoltà per nuove formazioni politiche.
- Attività politica: Insieme a Gaetano Conti Nibali, Enzo Lionetto e Sandro Pruiti, Scurria ha aperto una sede della Democrazia Cristiana, iniziando a promuovere attivamente l’impegno politico.
- Sfide iniziali: Nonostante la scarsa partecipazione elettorale e problemi di visibilità, il gruppo ha continuato a lavorare, ottenendo successi alle nazionali del ’92.
- Primi comizi: Scurria ha iniziato a tenere comizi nel 1990, cercando di trovare un pubblico, anche se le prime esperienze furono deludenti.
- Elezioni del ’94: La sua tenacia ha portato a diventare vice sindaco dopo la vittoria di Vincenzo Lo Presti, un cambiamento significativo nella politica comunale.
- Gestione del bilancio: Scurria si è distinto per la sua attenzione al bilancio comunale, affrontando gravi problemi finanziari.
- Amministrazioni successive: Dopo una serie di cambiamenti e confronti politici, Scurria ha continuato a essere attivo, candidandosi nuovamente nel 2023, ma non ha avuto successo.
- Tributi e riconoscimenti: Valeria Imbrogio e la sindaca Veronica Maria Armeli hanno espresso il loro dolore per la perdita di un uomo saggio e rispettato, riconoscendo il contributo di Scurria alla comunità.
La morte di Tullio Scurria rappresenta una perdita significativa per la comunità di Castell’Umberto. La sua carriera politica, caratterizzata da dedizione e impegno, ha lasciato un segno indelebile nella storia amministrativa del paese. La sua eredità continuerà a essere ricordata e apprezzata da coloro che hanno avuto l’opportunità di collaborare con lui. Riposa in pace “amico” Tullio
Salvatore Calà – Direttore di Nebrodi24
“Al centro della politica- questo il filo conduttore di Tullio- c’è l’Uomo, la sua dignità e il rispetto che la politica deve avere nei suoi confronti.” Ed è a questi principi che ha sempre improntato la sua attività amministrativa Aveva iniziato la sua carriera a metà degli anni 80 nelle file della Democrazia Cristiana in momento politico non certo favorevole dominato in paese dall’allora sindaco trentennale Aldino Sardo Infirri. Scurria parla su un palchetto coreografato da un enorme Scudo Crociato. Ad ascoltarlo la piccola nomenclatura locale, quattro o cinque persone e il cronista. Ce ne abbastanza per gettare da subito la spugna. Tullio però non demorde e spara a zero.
“Ci siamo recati in visita ufficiale alla salma- ha detto la sindaca Veronica Armeli- e apposto la bandiera con il nastro nero come si fa con gli amministratori del Comune, ci uniamo al dolore della famiglia. Con Lui se ne va un pezzo di storia amministrativa e politica non solo di questo paese.
Salvatore Scurria, già vice sindaco e assessore umbertino, è morto prematuramente. Uno dei personaggi di primo piano della politica umbertina degli anni 80, Salvatore – Tullio per tutti – con un passato da seminarista, inizia la sua carriera a metà degli anni ’80 nelle file della Democrazia Cristiana, in momento politico non certo favorevole e dominato in paese dall’allora sindaco trentennale Aldino Sardo Infirri. Erano gli anni in cui si vociferava di accordi trasversali tra le segreterie provinciali socialiste e democristiane, che pare rendessero difficoltosa la nascita di nuove realtà politiche in paesi dove la facevano da padroni quelli che – al tempo – erano chiamati, giornalisticamente parlando, Sindaci inossidabili che avevano alle spalle almeno sei o sette mandati continuativi (la legge 7 aveva ancora da venire) e un elettorato “comunque” stabilizzato, tranne sparute minoranze.
Nel caso umbertino, la minoranza in Consiglio comunale non sembrava fare “molto rumore”. Apatia, disinteresse, ordini di scuderia, poco seguito elettorale… altro? Difficile dirlo. I ricordi, obnubilati dal tempo, non consentono valutazioni esatte. Ed è proprio in questo clima che Tullio Scurria, assieme a Gaetano Conti Nibali, Enzo Lionetto e Sandro Pruiti aprono, quasi in sordina e dopo avere superato i vecchi quadri, la sede della Democrazia Cristiana all’angolo tra le vie Roma e Libertà.
Due stanze, quasi da evitare, dove i primi iscritti iniziano – seppur timidamente – l’attività politica, “pretendendo pure di fare i candidati”. Sono giovani, motivati, con alle spalle un partito di tutto rispetto però “lontano” ed erano pure i tempi del CAF, l’accordo informale (“patto del camper”) siglato nel 1989 tra il leader socialista Craxi e i politici DC Andreotti e Forlani. Iniziano i primi comunicati che stentano ad avere spazio sui quotidiani – anche se un “giornalino” locale, “La Goccia”, cominciava ad essere stampato e distribuito.
Ricordo ancora la maraviglia benevola dei “nostri” quando uscì, dopo diversi invii, la prima breve sulla Democrazia Cristiana Umbertina. “Al centro della politica – questo il filo conduttore di Tullio – c’è l’Uomo, la sua dignità e il rispetto che la politica deve avere nei suoi confronti. Ed è a questi principi che ha sempre improntato la sua attività amministrativa, impedendogli questo “vezzo” di usare il bisturi, anche quando l’ascia sarebbe stata più risolutiva. Erano i primi anni ’90 quando la neo DC partecipa – senza molto successo – alle amministrative.
Questo, però, non scoraggia il direttivo, che continua a lavorare sottotraccia fino ad essere – alle nazionali del ’92 con 1070 voti – il primo partito di maggioranza relativa. Un fulmine a ciel sereno ed una medaglia per i quattro “moschettieri” e il loro seguito. Facciamo un passo indietro, fino al 1990, quando tocca proprio a lui iniziare a comiziare. Scurria sceglie la Villa Sandro Pertini. La scelta non è casuale ma strategica. “Sapevo – mi dirà successivamente – che le persone non sarebbero venute ad ascoltarmi, anche se ero sicuro che dietro i balconi erano magari molto attenti. Nella villa ci sono tanti alberi, è più piccola della piazza e il minor numero di presenze non sarebbe stato un pugno nell’occhio.” Previsione, purtroppo per lui, azzeccata. Scurria parla su un palchetto coreografato da un enorme Scudo Crociato.
Ad ascoltarlo la piccola nomenclatura locale, quattro o cinque persone e il cronista. Ce ne abbastanza per gettare da subito la spugna. Tullio, però, non demorde e spara a zero. Il ghiaccio è rotto e l’impasse superata. Passano gli anni e si arriva così alle elezioni – poi rivelatesi “spartiacque” – del 1994. Il clima politico è arroventato, con Sardo Infirri fermamente deciso a rimanere in sella, e lo sfidante Vincenzo Lo Presti Costantino – Lista civica – espressione di tutte le forze d’opposizione, DC compresa, determinato a scalzarlo. La Vittoria è di misura, ma comunque Lo Presti vince e Scurria diventa vicesindaco, dando vita al blocco Lo Presti, Conti Nibali, Scurria, cosa che porta alle dimissioni degli assessori Merlina, Lionetto e Pruiti. Poco prima, all’atto dell’insediamento, tira fuori una lettera stropicciata “Anno domini 1990”.
Qualcuno – dice – me l’ha spedita dopo quel fatidico comizio, spronandomi ad andare avanti perché i tempi “sono maturi” e la prossima sarà la volta buona. Tra i presenti spunta la copia in carta carbone e “si cementa” un’amicizia (ma questa è un’altra storia). Amministratore attento alle carte, al Bilancio e al Territorio, fa di tutto per garantire l’efficienza dei servizi esterni con l’occhio attento all’asfittico bilancio comunale.
Passa a stento un anno e sull’allora neo amministrazione arriva una tegola pesantissima. Qualcuno aveva fatto sparire dal Bilancio Comunale un miliardo e mezzo delle vecchie lire. E dire che la tempesta era già nell’aria, se a giugno del ’91 Tullio, assieme ai consiglieri Gaetano Conti Nibali (u dutturi Tanu), Alessandro Pruiti Ciarello (Sandro – l’avvocato che in Consiglio comunale sfoderava una grinta che non ammetteva replica e non sottostava a nessun “richiamo”) e Vincenzo Lionetto Civa (U dutturi Lionetto, intestatario di mille battaglie, di cui famosa quella per impedire l’ubicazione di una cabina elettrica su una scalinata del paese), si erano dimessi perché per loro – riportano le cronache – “le reali previsioni di cassa non corrispondevano ai depositi”.
Pure questa, però, è un’altra storia con l’ammanco di cassa che per molti anni a venire peserà come un macigno sul bilancio comunale. Tullio si trova, così, a dovere gestire una brutta gatta da pelare. Per le indagini contabili affianca un dipendente agli investigatori ufficiali e, tra mille difficoltà, la matassa in qualche modo viene dipanata. Si arriva alle amministrative del 2008 e Lo Presti (manco a dirlo) viene battuto da Polino. Quasi come in un giro di valzer, si erano formate nuove alleanze su vecchie disgregazioni: non era forse quella del ’94 una compagine con tante correnti? Scurria si rimette in gioco nel 2003 in un clima da “todos cabballeros”, che porta gli oppositori di Polino a dividersi: si va a tre liste Polino – Scurria – Lionetto (questi ultimi non erano riusciti a trovare un accordo). Il risultato è scontato in partenza: non può che vincere Polino. Passa la tornata elettorale e la mano passa prima all’avvocato Pruiti e a un Lionetto Bis dopo, grazie anche al certosino lavoro che quest’ultimo fa sull’elettorato di Gaetano Conti Nibali, scomparso anche lui prematuramente.
Ed ecco che proprio con il Lionetto bis le fratture che nel 2003 erano state insanabili, sembrano affievolirsi e Scurria viene chiamato da Lionetto come assessore, compito che svolge con l’efficienza di sempre. Qualcosa, però, va storto e alle amministrative del 2023 Tullio sembra intenzionato a correre da solo e lancia la sua candidatura. Lionetto – che sulle prime non ritiene di candidarsi – cambia idea ma, nel frattempo, la sua vice Valeria Imbrogio varca “il Rubicone” e presenta una propria lista, che annovera tra i candidati lo stesso Tullio Scurria che – nel frattempo – ha fatto un passo indietro. Con tre liste la storia non poteva che ripetersi e a diventare prima cittadina è l’attuale sindaca Veronica Maria Armeli, antagonista del Lionetto bis che, nel frattempo, aveva consolidato il suo elettorato.
“Un uomo discreto, saggio, con cui potersi confrontare e dal quale poter apprendere, visto il grande bagaglio culturale e politico – scrive sui social Valeria Imbrogio – Abbiamo avuto la fortuna ed il piacere di condividere un’esperienza indimenticabile.” “Ci siamo recati in visita ufficiale alla salma – ha detto la sindaca Veronica Armeli – e apposto la bandiera con il nastro nero, come si fa con gli amministratori del Comune e ci uniamo al dolore della famiglia.
Con Lui se ne va un pezzo di storia amministrativa e politica, non solo di questo paese. Riconosciamo il suo valore ideologico, l’impegno profuso in tutti questi anni e le diverse iniziative che ha portato avanti e che dimostrano l’attaccamento e l’amore che aveva per Castell’Umberto.” Ti saluto Tullio – dice chi scrive – Che la terra ti sia lieve.
Enzo Caputo