Avrebbero potuto “reggere” benissimo la serata in occasione della festa del Patrono S. Vincenzo Ferreri. Questa l’impressione obbligata di gran parte del pubblico dopo il mega concerto, durato circa quattro ore tenuto in piazza IV Novembre dal gruppo musicale “I carusi da casetta”.
Presenti sul palco i castanesi Gabriele Russo, Luca Franchina, Dominique Monastra, Vincenzo Cuticone, Mattia Gallo e Antonio Conti Nibali i quali hanno eseguito numerosi brani della migliore sicilianità sospesi tra revisionismo, cuore e poesia, unitamente a composizioni di Enzo Lo Iacono e Dario Pruiti.
Un concerto di spessore, che poteva essere pubblicizzato meglio, che ha “inchiodato” in piazza centinaia di persone anche dopo la fine dello spettacolo e che ha “obbligato”, si fa per dire, gli artisti a eseguire altri brani dopo il canonico pezzo di chiusura.
La serata ha voluto ripercorrere lo storico musicale umbertino con l’ulteriore momentanea presenza sul palco di quanti hanno contribuito nel tempo a tenere viva la tradizione musicale locale.
Malgrado questo – dice scherzosamente Salvino Franchina – anche lui tra i volti storici presenti, non siamo riusciti ad abbassare la qualità della performance. Al contrario, diciamo noi, l’ingresso momentaneo di altri artisti ha ulteriormente, com’era nelle intenzioni, arricchito la serata.
Tra i brani suonati :“E nesci Rosa ta diri na cosa”, “E vui durmiti ancora” (che ha rinnovato con i versi di Giovanni Formisano, l’incanto di ieri sulla Carnia) , “Arrivaru i cammisi” di Enzo Lo Icono e “ Cuntu” di Dario Pruiti e “Cu ti lu dissi” di Rosa Balistreri, solo per dare qualche titolo e per sottolineare, caso mai ce ne fosse stato bisogno, che la tradizione musicale siciliana non è inferiore a nessuna.
Presente idealmente sul palco Vincenzo Fonti, alla cui memoria era tributata la serata, cuore pulsante della “Casetta” di via Piave fucina di musica, arte e creatività.
Andrebbero “precettati” a continuare cosi – ha detto scherzosamente qualcuno – senza mai dividersi, per il bene della musica, dell’arte e del paese di Castell’Umberto”.
Ovviamente l’affermazione è un’iperbole finalizzata a stimolare gli artisti a continuare nel percorso intrapreso.
A “seguire”, e ci sta pure, la sera del 28 agosto in Piazza IV Novembre “Canterò le mie canzoni per la strada…” “Si dovevano esibire il ventotto scrive sui social Maria Pia Rubino con più gente rispetto a quelli di ieri sera sarebbe stato un successo”.
E sì. “I carusi da casetta” avrebbero magari avuto un maggiore riconoscimento economico a tutto vantaggio del talento dimostrato che si sarebbe tradotto nel tempo in positive ricadute turistico economiche per il paese. Bella la chiosa finale sulla liberà in difesa della martoriata Ucraina. Un altro fiore all’occhiello dei “musici”.
Enzo Caputo