Ogni anno le ricorrenze degli anniversari della Repubblica (2 giugno) e della Sanità Militare Italiana (4 giugno), celebrandosi con la dovuta solennità, riportano alla mente fatti gloriosi della storia d’Italia.
A Roma, di fronte allo sfilamento dei paracadutisti viene alla memoria quello che i parà della R.S.I. hanno fatto per la cosiddetta “Battaglia per Roma” al fianco degli Alleati tedeschi. Il 12° Battaglione al comando del Magg. Mario Rizzatti e il 3° Battaglione al comando del Cap. Edoardo Sala, entrambi della Divisione “Nembo” si spostarono rispettivamente dalla Sardegna e dalla Calabria e dopo l’addestramento a Spoleto vennero dispiegati su una vasta area che andava dal mare fino ai Colli Albani. Ad essi si aggiunse il Battaglione “Folgore” del Reggimento Arditi Paracadutisti.
Tutti, anche se giovanissimi, combatterono eroicamente contro due Divisioni inglesi e due americane che avevano iniziato l’attacco contro Roma. Numerosi gli episodi di valore fra cui quello nel quale i paracadutisti riescono a prendere prigionieri i soldati americani di una intera Compagnia del 157° Reggimento. A Castel di Decima l’episodio più eclatante: i paracadutisti del Magg. Rizzatti riescono a bloccare, contrattaccando, l’avanzata degli Sherman del 46° Royal Tank Regiment ossia un’intera Brigata inglese che è costretta a ripiegare. L’eroica azione costò molte vite fra cui quella del Magg. Rizzatti “ductor bello strenuissimo ad Urbam defendendam “, cui venne concessa dal Governo della R.S.I. la medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria.
Numerose furono le medaglie al Valor Militare concesse ai Labari dei Battaglioni e alla Bandiera del 1° Rgt. “Folgore”. Altrettanto numerose le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo concesse ai singoli paracadutisti nonché Croci di guerra e Promozioni per merito di guerra. Anche da parte tedesca arrivarono Una Croce di ferro di prima classe e 25 Croci di seconda classe.
La Sanità Militare, di cui ricorre il 189° anniversario di fondazione, nella sua lunga storia annovera fatti e personaggi di notevole rilievo sostenuti dal motto “Fratribus ut vitam servares”. Il Presidente della Sezione provinciale ANSMI di Messina, Gr. Uff. Dr. Angelo Petrungaro, nella suddetta ricorrenza ha voluto ricordare i siciliani ufficiali medici cui è intitolata la Sezione: Il Cap. Med. Giuseppe Catalano e il Cap.di Vascello medico Giuseppe Fogliani rispettivamente classe 1893 e classe 1906.
Laureatosi il primo nel 1917 dopo aver frequentato quella Facoltà di Medicina e Chirurgia in zona di guerra chiamata Università castrense, una volta nominato S.Ten. medico ebbe la responsabilità dell’Ospedale da campo durante la ritirata di Caporetto. Nel 1918 affrontò con grande professionalità la pandemia della cosiddetta “spagnola” che si chiamò così non perché nacque nella regione iberica, ma perché la Spagna, essendo un paese neutrale, si poté accollare la notizia di una malattia contagiosa che si originò in uno degli Stati degli USA, paese però in guerra quindi obbligato alla censura ossia a nascondere la notizia. Così il contagio si diffuse fino all’Europa e la Spagna ebbe il coraggio di dare la notizia. Al dottore Catalano fu concessa la Croce di guerra al merito.
Laureatosi il dottore Giuseppe Fogliani presso l’Università “Federico II” di Napoli il 30 Giugno 1932, adempì subito gli obblighi di leva. Dopo aver frequentato il Corso Allievi Ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno, fu alla Regia Scuola di Sanità Marittima divenendo Ufficiale Medico nel Corpo Sanitario Militare Marittimo. La prima destinazione fu l’Ospedale militare di Pola, in Istria, dove avevano sede le scuole CREM (Corpo Reali Equipaggi di Marina).
A Roma frequentò un Corso di perfezionamento in Malattie Respiratorie presso l’Istituto “Benito Mussolini” in seguito chiamato “Forlanini”.
Nell’Agosto del 1939 il dottore Fogliani fu richiamato alle armi e fu inviato subito all’Ospedale Militare di Taranto e dopo al Comando Marina di Palermo, infine fu a Messina all’Ospedale Militare della Regia Marina, chiamato “Regina Margherita”.
Avendo conseguito la Specializzazione in Tisiologia presso l’Università degli Studi di Roma, si occupò dell’Ospedale Militare sanatoriale allestito a Campo Italia sui Colli S. Rizzo. Per aver brillantemente operato in servizio ricevette la Croce di Guerra al Valor Militare. Sono stati ricordati inoltre altri ufficiali medici messinesi come il Cap. Med. Giuseppe Cicala e il Cap. Med. Antonino d’Amico il quale, rientrato dalla Russia dopo l’8 Settembre 1943, continuò ad assistere gli infermi all’Ospedale Militare di Baggio (Milano). Il pensiero è andato anche agli aiutanti di Sanità : Cap.le Magg. Ennio Lo Piano della Divisione “Monterosa” e portaferiti Cap.le Michelangelo Vizzini.
La Sanità Militare si è sempre distinta per la missione altamente umana caratterizzata dall’abnegazione e dallo zelo nell’assistenza agli infermi. Essa ha dato il suo contributo in uomini e mezzi anche nella pandemia di coronavirus.
Gli Ufficiali Medici Caduti durate i conflitti non hanno un monumento, tranne quello situato alla Scuola di Applicazione di Sanità Militare in Firenze al Chiostro del Maglio che ne vale cento , infatti significa che “ Il Medico tra le raffiche di morte riaccende la vita.”
Dr. Angelo Petrungaro