Presso la caserma “Emilio Ainis”, sede del 24° Reggimento Artiglieria Terrestre “Peloritani” in Messina, si è svolta la cerimonia dell’avvicendamento al comando tra il Col. Salvatore Russo uscente e il Col. Umberto Curti subentrante, alla presenza del Comandante della Brigata Meccanizzata “Aosta” Gen. B. Giuseppe Bertoncello.
Prima dell’avvicendamento c’è stato il cambio del drappo della Bandiera di Guerra decorata della Croce di Guerra al V. M.
Presenti autorità civili e militari fra cui il Col. Marco Carletti Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, il Col. Antonino Longo Comandante del Reggimento “Lancieri d’AOSTA” (6°) con sede a Palermo, il Gen. B. Giuseppe Briguglio Presidente della Sezione UNUCI di Messina, il Gr. Uff. Dr. Angelo Petrungaro, Presidente della Sezione provinciale dell’Associazione Nazionale della Sanità Militare Italiana.
Il Col. Russo, nel commosso discorso di commiato, ha ricordato tutte le attività svolte dal Reggimento negli oltre due anni di comando, fra le quali l’Operazione “Strade Sicure” in Calabria effettuata dal Ten. Col. Corrado Di Bartolo, Comandante del Gruppo.
La caserma del 24° Reggimento Artiglieria Terrestre “Peloritani” porta il nome del Ten. Emilio Ainis, messinese uno degli Ufficiali alle dipendenze del Cap. Masotto, Comandante delle cosiddette Batterie Siciliane, che accorsero in Africa, durante il periodo coloniale, dopo la sconfitta dell’Amba Alagi del 7 Dicembre 1895. Ma, essendo ormai le truppe dell’Imperatore di Etiopia sul piede di guerra contro i soldati coloniali, nella conca di Adua il 1° Marzo 1896 i soldati italiani passarono dal combattimento alla distruzione.
Il Cap. Masotto fu falciato per primo dal fuoco nemico e il Ten. Emilio Ainis fu finito a sciabolate. Per ricordare e onorare quei Caduti esiste a Messina il bel monumento bronzeo posto alla Passeggiata a mare denominato “Batteria Masotto”, scultura di Salvatore Buemi inaugurata il 20 Settembre 1899 alla presenza del Duca d’Aosta.
In Etiopia- Eritrea esiste una grande opera funeraria, a ricordo dei Caduti della battaglia di Adua, dove spiccano le scritte in lingua italiana : “ O Italia per te ridenti gittammo l’anima al fato nero” e “La Patria ai Caduti di Adua 1° Marzo 1896”.
Dr. Angelo Petrungaro