UN MESSAGGIO DI FINE ANNO
Già da qualche giorno sentiamo ripetersi il consolidato rituale di “buttare dalla finestra”, come alcuni fanno con vecchi servizi di piatti, quasi a scopo scaramantico, l’anno vecchio che si chiude.
Il rituale è quasi sempre accompagnato da imprecazioni e maledizioni per un anno che è stato “da dimenticare” (tralascio le espressioni meno opportune).
Capisco che ormai la società civile, in quanto tale, non può e non deve essere più chiamata “cristiana” per definizione (manca la fede come presupposto che unisce i sentimenti di un gruppo umano e ne fornisce l’ispirazione e la luce collettiva, anche se questo non vuol dire che non c’è più fede).
Per questo, da cristiano, sento di condividere con coloro che sentono realmente la comunione con Cristo l’invito a non maledire il 2020 che finisce né imprecargli contro.
Molti potrebbero avere da ridire su questo, e di sicuro ognuno ha le sue ragioni. Questo 2020 ha fatto versare lacrime e sangue a troppe famiglie. Non voglio entrare nel merito di questo dolore. Lo voglio solo rispettare.
Allo stesso tempo, con estremo rispetto verso le coscienze più toccate dalla sofferenza in questo anno, in punta di piedi ma con la ferma certezza della mia fede, riconosco che il tempo che finisce e quello che inizia non sono solo fogli di calendario da strappare. Il tempo è dono di Dio.
Resta vero una cosa: al di là della rabbia e della paura per il domani, in ognuno di noi, anche nei seminatori di odio, vi è un insopprimibile anelito alla pace.
Pace. È il dono che tutti cerchiamo.
E allora perché non cominciare con un atto di rottura con un rituale che fa solo crescere la rabbia, individuale e sociale:
BENEDICIAMO DIO PER L’ANNO CHE CI HA CONCESSO DI VIVERE. NON MALEDICIAMO L’ANNO CHE SI CHIUDE.
Il tempo è e sarà sempre dono di Dio. In esso troveremo sempre, ogni anno, bene e male. È tempo di fissare lo sguardo sui segni di vita che, in mezzo a tanta sofferenza, stanno appena cominciando a germogliare. È tempo di coltivare quei semi, non calpestarli mentre facciamo a pezzi “l’anno maledetto” .
Ricordiamoci di una cosa. Per quanto terribili possono essere i drammi vissuti dalle persone e dalle famiglie, per quanto amare le lacrime, ci saranno sempre più motivo per benedire il tempo che passa piuttosto che maledirlo.
La vita è un dono. Il tempo è un dono da vivere. E dentro questo dono c’è tutto quello che già può renderci felici.
Guardate negli occhi dei vostri bambini, dei vostri anziani. E ve ne accorgerete.
Noi non siamo soli. La mano di Dio è stesa su tutti i suoi figli. È la mano di un Padre che ci ama.
BUON FINE ANNO A TUTTI.
Il vostro parroco