Se da poco meno di 20 anni l’Assemblea Generale dell’Onu ha istituito la ricorrenza della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne vuol dire che il grido di allarme è unanime e giunge da tutte le parti del mondo.
In Italia tanti i simboli e le iniziative promosse non solo dalle Istituzioni ma soprattutto dalle organizzazioni che sono vicine alla popolazione e possono testimoniare, con maggiore oculatezza, lo spessore e l’estensione del fenomeno sul territorio. Anche solo dibattere su questa grave realtà sociale ha consentito alle donne di confrontarsi, uscendo dal silenzio e dall’isolamento che caratterizza la condizione in cui vivono le persone vittime di violenza fisica o psicologica. Confidarsi, sapendo di essere ascoltate ed accolte dalle Forze dell’Ordine, dalle Istituzioni o dai professionisti che si occupano della materia, è il primo passo che le donne vittime di violenza devono fare per reagire all’incubo che le sta inghiottendo. Così come è fondamentale imparare a riconoscere quei segnali iniziali di prepotenza esercitati da parte dei conviventi che, con crescente iracondia, si trasformano in comportamenti dolosi e violenti causa di morte o di gravi menomazioni fisiche.