Quello che accade a Tortorici oggi può essere definito ormai come il “caso Tortorici”.
Le vicende degli ultimi giorni, come l’assemblea permanente nei locali della sede municipale da parte dei dipendenti comunali ed altre manifestazioni di protesta, ma anche la vicenda dell’ I.T.E. o l’eliminazione del servizio di trasporto scolastico gratuito e la stessa dichiarazione di dissesto finanziario del Comune, sono state oggetto di grande attenzione da parte della stampa locale che le ha rese di dominio pubblico.
Lavoratori, studenti, cittadini, sindacati, associazioni e movimenti politici locali, ormai da mesi, anche con manifestazioni di piazza, protestano contro un’amministrazione comunale e il suo Sindaco per la cattiva gestione politico-economica che sta causando parecchi problemi circa lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali. Inoltre, i diversi tavoli tecnici istituzionali non riescono a garantire e ricucire quella rottura creatasi sopratutto con il primo cittadino, che continua a perdere di credibilità ogni qualvolta si determina una nuova emergenza.
E se numerosi sono stati gli esposti, le richieste e le denunce alle Istituzioni preposte, all’Autorità Giudiziaria, agli Assessorati regionali e Ministeri, nonostante tutto non sono ancora riusciti a destare la giusta attenzione – vogliamo credere per le lentezze burocratiche della macchina amministrativa e giudiziaria – ma che un’attenta lettura delle carte in altri comuni avrebbe portato all’apertura di un procedimento ispettivo e probabilmente al commissariamento dell’ente per il danno economico arrecato, che oggi, per forza di cose, andrà a gravare sulle già disastrate casse regionali. In questo contesto, per una situazione che ormai si protrae da anni, è paradossale la totale assenza e il disinteresse della classe politica, principalmente per i nostri parlamentari e onorevoli regionali della provincia di Messina.
Deputati e onorevoli che qui hanno ottenuto numerosi consensi ma che, una volta eletti, sembra si siano dimenticati di questo territorio. Non uno di loro ha finora preso posizione a difesa di questo paese e dei suoi cittadini. Nemmeno una parola di solidarietà è stata spesa a favore di questa comunità, sia per quanto è successo nel recente passato, come quando non si è perso nemmeno un secondo a marchiare l’intera comunità di Tortorici, senza i necessari distinguo, esclusivamente come “paese mafioso”, e sia per quanto sta succedendo oggi. Lo dimostra pure il semplice fatto che se qualcuno ha di recente intrapreso una timida iniziativa – speriamo non strumentale – per perorarla è stato costretto a saltare le gerarchie territoriali di partito, delegando onorevoli estranei a questa provincia e a questo collegio elettorale, nella fattispecie l’onorevole Vincenzo Figuccia di Palermo.
Il che diventa ancora più triste se pensiamo che solo nel raggio di 20 Km ci sono ben tre onorevoli e un deputato nazionale, On. Bernadette Grasso, On. Nino Germanà, On. Giuseppe Laccoto e il Sen. Bruno Mancuso, e che salgono di numero se consideriamo l’intero collegio elettorale che arriva fino a Messina, con l’on. Beppe Picciolo, Giovanni Ardizzone, Filippo Panarello, Franco Rinaldi, Marcello Greco, Santi Formica, Valentina Zafarana e i deputati Maria Tindara Gullo, Francantonio Genovese, Francesco D’Uva, Alessio Villarosa, Tommaso Currò, Vincenzo Garofalo, Giampiero D’Alia, Carmelo Lo Monte, tutti appartenenti a diversi schieramenti politici ma tutti eletti anche con i voti di questa comunità.
Se oggi il popolo di Tortorici si trova a vivere queste situazioni umilianti, sicuramente avrà sbagliato in qualcosa ma sarebbe altrettanto sbagliato puntare il dito contro gli elettori. Un popolo che sta soffrendo dignitosamente e che sta lottando silenziosamente giorno dopo giorno con grande senso di civiltà. Un popolo che è stato considerato sempre fra gli ultimi, soprattutto da questa classe politica che lo ha svenduto e mercificato, facendolo diventare feudo esclusivo di qualcuno che lo ha usato e lo continua ad usare come un simbolo negativo di fronte all’opinione pubblica nazionale.
Ma anche un popolo che saprà rialzarsi di nuovo, come ci insegna la nostra storia. Sarà allora, quando verranno a cercare consensi elettorali, probabilmente molto presto, e sul quel palco di piazza Faranda ci saranno loro, state certi che il popolo oricense, educatamente e civilmente come ha già iniziato a fare, volterà le spalle pure a loro, onorevoli o aspiranti tali. E quel giorno Prima Tortorici sarà la, in prima fila, a ricordargli quello che non hanno o che hanno fatto.
Prima Tortorici