La guerra continua. Si può riassumere così il tentato attacco frontale portato alla Costituzione e al cuore stesso della Nazione da un referendum che eticamente non doveva neanche essere proposto. Poco conta che oggi le forze politiche che si sono spese per il no cerchino di farne una sorta di medaglia da appuntarsi sul petto.
Il pericolo di nuovi e più subdoli tentativi di modificare la carta Costituzionale, magari per asservire il paese a qualche potenza straniera, come si soleva fare negli anni trenta, è sempre in agguato e può venire, l’esperienza insegna, da qualsiasi parte politica anche tra quelle che in questo “giro” sono schierate a difesa. La voglia di trasformare il responso del popolo in un egida di partito è forte e spudoratamente manifestata. Le sconfitte, si sa, insegnano più delle vittorie e a farsi furbi saranno quanti, per un motivo o per l’altro, hanno tracciato una x sul SI. Il fronte del No invece rischia di perdersi , diluendosi nel tempo, in tanti rivoletti verso questo o quel partito. Alcuni punti restano però fermi:
-La Costituzione ha ancora in se gli anticorpi per difendersi dalle infezioni, un pò meno per le malattie che potrebbero venire da oltre confine;
-Le regioni meridionali hanno dimostrato, pur nella crisi economica pesante, di avere autonomia di decisionale e di giudizio che qualcuno, per minimizzare la pesante sconfitta, chiama mal di pancia e hanno determinato la vittoria. Va detto anche che la risposta è stata irrobustita da autorevoli interventi politici;
Le minoranze, magari a rischio di estinzione con la riforma, sono riuscite a capire l’estrema pericolosità del momento e quindi a superare le beghe interne e di bottega e ad alzare le barricate. Voglia di democrazia o spirito di sopravvivenza? Comunque sia ciò ha confermato quanto sia perfetto quel sistema di bilanciamento dei poteri previsto dalla Costituzione. Ciò che per il si bloccherebbe la crescita della Nazione;
Le scorrettezze senza ritegno ne quartiere e, tranne pochi casi, il ruolo grigio quasi di asservimento dei media, Rai in testa, senza contare i tantissimi personaggi, magari oggi impegnati a ritrattare, che improvvisatesi giuristi ed esperti di economia globale e geopolitica, hanno fatto a gara a firmare appelli e, il sospetto che l’intuito fulminante fosse in qualche modo interessato, si è letto e lo si legge sui social network , è forte, per non contare quanti hanno cambiato improvvisamente idea per passare come Benigni, dalla intoccabile Costituzione più bella del mondo al suo esatto contrario. Sarà che non capisco i delicati meccanismi mentali alla base dell’evoluzione del pensiero;
-L’assoluta distanza della politica ai reali problemi del paese, dei cittadini e del disamore verso l’Italia;
– Molti del PD hanno detto si e hanno votato no.
– Le massiccia presenza delle forze dell’ordine che ha “accompagnato” gran parte delle uscite pro Si di Renzi, indicano la necessità di un maggiore apporto delle forze di pensiero ancorché di quelle politiche;
E’ stata vinta una battaglia campale ma che la guerra in difesa dell’opera magna dei Padri Costituenti è ben lontana dall’essere finita, lo dimostrano le tante “sacche di resistenza” impegnate sui social a sciorinare letture del risultato referendario spesso ricche di fantasia e innaffiate da sterili asettici elenchi delle cose fatte dal Governo Renzi, senza però entrare nel merito dei dati , finendo questo per screditare anche le poche cose vere comprese nel “mucchio” . Si parla, ad esempio, di statistiche che danno in crescita il paese e in diminuzione la disoccupazione. Ma l’effetto del lavoro precario che dà come occupato anche chi sta svolgendo un giorno di lavoro o chi consegue la seconda laurea per non restare con le mani in mano, non viene neanche accennato. Mi tornano in mentre le parole di Chiodi, un mio docente universitario di “Scienza della politica”.
Che nel suo libro “La menzogna del potere” , testo di esame, con tanto di dispensa sulla “macchina clientelare” scriveva: “Il potere si regge sulla Finzione ideologica, il diritto e la violenza” che in soldoni significa: Prima ti convinco che quello che ti chiedo di fare è giusto, poi, se scopri il trucco, ti impongo di farlo con una legge e, se non trovo argomenti giuridici validi, entra in scena la violenza. Oggi potremmo essere nella prima fase ma ce ne siamo resi conto. Può essere che domani una legge faccia entrare dalla finestra ciò che oggi è uscito dalla porta, mi torna in mente, con le dovute differenze il referendum sull’acqua pubblica.
In quanto alla terza fase speriamo solo che i miei siano solo cattivi pensieri. Intanto però non va abbassata la guardia e, vista la delicatezza della questione, quando si tratta di difendere certi pilastri non si guarda mai il colore della divisa di chi combatte al tuo fianco. Forse a capire il concetto aiuta leggere con attenzione i fatti d’arme della seconda Guerra mondiale e ricordare che noi non l’abbiamo vinta.
Non ha caso in un precedente articolo sulle ragioni del no ho citato Angelo Navari condannato, come tanti, all’oblio da un trattato di pace ancor oggi in vigore. Viene quasi da sorridere al pensare di quanti fanno conti e progetti per accaparrarsi un bel posto sulla nave che qualcuno sta tentando di mandare in secca spacciando come acque profonde il colore blu intenso di certe alghe che vivono a non più di un metro d’acqua. Mi piace concludere in tema. – Sentinella all’erta!!! :- “All’erta sto”.