ROMA – SINAGRA -“La Segreteria nazionale dell’ISA in merito alla querela per diffamazione a mezzo stampa presentata dall’Avv.to Vincenza Maccora ed altri due contro il Giornalista Enzo Caputo, nostro Segretario provinciale, Esprime al collega Piena solidarietà, apprezzamento e fiducia per il lavoro svolto e che continuerà a svolgere con la consueta esperienza correttezza, preparazione equilibrio e deontologia, presso il Comune di Sinagra, quale Segretario di questa Confederazione, Componente della RSU e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
La stessa vicinanza e lo stesso plauso vanno ai direttori di “Scomunicando.it” e “ Quadrifoglionews.it ” Massimo Scaffidi e Salvatore Calà la cui esperienza decennale parla per loro. Questa Segreteria è fermamente convinta che l’informazione, piaccia o meno, sta alla base della democrazia e del corretto vivere civile quando viene svolta con spirito di servizio verso i cittadini e la comunità tutta”.
Questo il testo con il quale il Segretario Nazionale dell’ISA (Intesa sindacato autonomo), Carmelo Cassia dalla sede romana, si schiera senza se a senza ma con il suo segretario provinciale e con il direttore di questa testata e di “Scomunicando” in merito alla querela per diffamazione a mezzo stampa presentata dall’Avv.to Vincenza Maccora, sindaco di Sinagra, ed altri due che si erano sentiti diffamati da due articoli, pubblicati nel 2014 sui giornali on line “quadrifoglionews.it e “Scomunicando.it” che davano notizia di una modifica farlocca sulla famosa enciclopedia libera Wikipedia alla voce Sinagra, specificando a chiare lettere che si trattava di una bufala.
Per il P.M. del Tribunale di Patti i cronisti avevano correttamente esercitato il diritto di cronaca e aveva disposto l’archiviazione della querela. Le parti querelanti però si erano opposte all’archiviazione e di conseguenza il 18 dicembre scorso la questione era stata dibattuta davanti al Giudice per l’Udienza preliminare di Patti Dott. Ssa Ines Rigoli che con ordinanza dello scorso 17 febbraio aveva stabilito che: “Non sussistono sufficienti elementi per procedere ad un approfondito dibattimento dell’accusa in ordine al reato di cui all’art. 595 comma 3 del codice penale” e pertanto ha disposto l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al P.M.”. I giornalisti erano difesi dagli avvocati Mauro Acquino, Sandro Pruiti e Salvatore Cipriano.
La nota del Sindacato