Dalle prime luci di questa mattina è scoppiata una pacifica – almeno per il momento- protesta dei lavoratori della raffineria di Gela. Dall’alba sono in corso blocchi che impediscono a chiunque di accedere nel centro abitato del comune del nisseno. Dunque traffico paralizzato, sia alle porte di Gela che sulle strade per Catania e per Licata, a causa dei blocchi organizzati dai sindacati confederali, dai lavoratori dell’indotto e dai dipendenti diretti del petrolchimico dell’Eni che protestano contro la chiusura della raffineria e contro la sua mancata riconversione in “green refinery”.
Fermi da oltre due anni ed esauriti tutti gli ammortizzatori, i lavoratori delle imprese appaltatrici rischiano il licenziamento perchè non sono stati mai aperti i cantieri concordati con il protocollo d’intesa del novembre 2014,che avrebbero dovuto realizzare opere per 2,2 miliardi di euro in Sicilia.
Cgil, Cisl e Uil parlano di “Inganno di Stato” e puntano il dito contro l’Eni e il governo, che più volte hanno definito la “vertenza-Gela” ormai risolta. “E’ iniziata stanotte – dice il segretario provinciale della Cgil, Ignazio Giudice – una mobilitazione lunga e faticosa per impedire che dopo la raffineria chiuda anche la città”.(ansa.it)