Patti – Diocesi (Tindari) – Il Giubileo dei Fidanzati

E’ stata un’intensa esperienza di fede e di riflessione quella vissuta dai fidanzati della Diocesi di Patti che, a Tindari, per iniziativa dell’Ufficio di Pastorale Familiare, si sono fatti “pellegrini di speranza con Maria”.

Un appuntamento svoltosi il giorno dopo la festa di San Valentino e, ancor più significativo, in quanto inserito nel contesto del Giubileo che la Chiesa sta vivendo in questo anno 2025.
Tanti i momenti importanti che hanno ritmato l’incontro, a cominciare dal raduno nella Villa dell’Immacolata da dove, dopo la preghiera, guidata da padre Calogero Tascone, che con Angelo e Patrizia Morabito, dirige l’Ufficio di Pastorale Familiare, si è mosso il pellegrinaggio verso il Santuario di Maria Santissima del Tindari.

Qui è stata attraversata la Porta giubilare e ognuno ha avuto modo di affidarsi alla “Nigra sed formosa” e di accostarsi al sacramento della riconciliazione.

Quindi, il Vescovo Guglielmo Giombanco (foto) ha presieduto la celebrazione della messa e nel corso della sua omelia ha evidenziato che “la speranza è espressione di amore a se stessi, di amore che si dona, di amore proteso al futuro”. “Il fidanzamento – ha proseguito – è il tempo in cui si semina a piene mani l’amore perché possa crescere”. Prendendo spunto dalla preghiera colletta della messa, il Vescovo ha sottolineato che “è necessario un cuore retto e sincero per vivere l’impegno dell’amore; un cuore che accoglie, che sa fare spazio, che sa relazionarsi nella verità.

Un cuore disponibile, in cui l’uno fa spazio all’altra e così si cresce nella sincerità, che diventa forza e stabilità”. Partendo dallo “sguardo di Gesù”, il Vescovo ha messo in risalto come “il fidanzamento si viva anche con gli sguardi che, spesso, esprimono ciò che con le labbra non si riesce a dire. L’amore non è solo scelta fisica, ma spirituale, di progettazione, di condivisione. Lo sguardo del cuore permette di allargarsi verso orizzonti più grandi”. Ecco, allora, quanto sia fondamentale puntare alla felicità “alta e altra”, diversa da quella che propone il mondo: “Ad essa si arriva anche attraverso il sacrificio e la rinuncia; chi ama sa che pure le difficoltà possono diventare occasione di crescita”.

Da qui “l’impegno a costruire insieme una vita bella, ma bisogna crederci: solo chi crede alle cose grandi le potrà realizzare. Ciò che nasce dal cuore è grande perché guidato dalla presenza di Dio. Nella vita tutto passa, ciò che è falso svanisce; resta solo l’amore, se è vero e sincero. Nel Vangelo – ha concluso il Vescovo – guardare significa amare e donare. Il fidanzamento è l’apprendistato dell’amore, un amore che si genera, rinasce e rifiorisce sempre e rende tutta l’esistenza amore e donazione reciproca”.
Al termine della celebrazione della messa il Vescovo ha benedetto i fidanzati e donato loro un Crocifisso, con l’esortazione ad essere “Sale della terra e luce del mondo”.

Un altro momento particolarmente significativo è stato vissuto nella cripta del Santuario, grazie ad alcune testimonianze: quella dei fidanzati Giuseppe (di Caserta) e di Valentina (della provincia di Latina), marescialli della Guardia di Finanza, in servizio a Caltanissetta, che si sposeranno il 3 marzo e che nel periodo del fidanzamento hanno fatto una scelta ben precisa: la castità; quella di Tommaso Amantea, seminarista, di Sant’Agata Militello, sulla bellezza di ogni vocazione e specificamente del “sì” che continuamente si rinnova; quella di Peppuccio e Alba Niosi, di Patti che, partendo dall’esperienza con un figlio autistico (“Una grazia, non una disgrazia”), hanno evidenziato come anche di fronte all’”inatteso” e tra le tempeste che la vita propone, “fidarsi e affidarsi, pur fra stenti, perché permetta di andare sempre avanti”.

Comunicato stampa: Diocesi di Patti

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