Ieri funerali a Sinagra di Vincenzo Franchina. Migliaia di persone. Mattarella -Bisogna fare Piena luce. Nella “Centrale” è tutto un baglior di fiamme, Piangono spose, bimbi, sorelle e mamme…
Ciao Vincenzo. A dirtelo ieri pomeriggio sono stati in tanti e da tutti i Nebrodi. Lo hanno detto con gli occhi e con il cuore sotto la pioggia insistente che, forse, ha voluto materializzare quelle lacrime represse per troppi giorni, tanti quanti ne sono passati dopo quel terribile momento in cui “acqua e fuoco” hanno divorato la tua giovane vita. La Chiesa Madre, per la triste occasione, era colma, le strade adiacenti pure e per centinaia di metri. In Migliaia hanno voluto dargli l’ultimo addio.
Era un ragazzo a modo – ha detto sostanzialmente Don Pietro Pizzuto Parroco di Sinagra. Sapeva ascoltare (qualità rara – aggiungiamo noi- per un mondo sempre più frenetico ed egoista nel quale convincersi del nulla e parlarsi addosso sembra essere l’unico modo di porgersi). Un gran lavoratore con al centro gli affetti più cari come quel figlio a cui un destino beffardo e forse l’endemica situazione occupazionale del Sud ha negato la parola papà.
A rendergli omaggio c’erano tanti Sindaci e le Istituzioni locali del comprensorio nebroideo e anche le autorità militari della zona. Finanza, Polizia e Carabinieri tra cui il tenente colonnello della Compagnia di Patti Salvatore Pascariello. Per Vincenzo non ci sarà una vita se non nella resurrezione- ha continuato il Don . Intanto Sinagra è a lutto. Lo ha proclamato il sindaco Nino Musca.
Non poteva essere altrimenti. La disgrazia che si è abbattuta sulla Comunità è stata grande, profonda, come quei 40 metri sotto il lago della Centrale Enel Green Power. “Un buco nero” che inghiottito sette vite e con esse, progetti, speranze e affetti. A causare la sciagura sarebbe stata l’esplosione di una turbina all’ottavo piano sottoterra dell’invaso cui sarebbe seguito il crollo del tetto del piano sottostante inondando completamente il nono.
La procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per disastro e omicidio colposo plurimo. Saranno le indagini a chiarire cosa sia veramente successo in quei tragici minuti. Di certo c’è, sembrano parole banali ma non lo sono, che non doveva accadere che non si può morire di lavoro a trent’anni.
“Erano all’opera squadre provenienti anche da altre parti d’Italia aveva detto il sindaco di Camugnano Marco Masinara – come riporta “La sentinella del canavese” e alcuni di loro erano dipendenti di aziende appaltata da Enel Green Power.”
Bisogna capire, fare piena luce sull’incidente come ha auspicato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al telefono con il Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. E intanto l’Italia piange le ennesime vittime, piange la Sicilia, i Nebrodi.
Piange Sinagra. Il feretro si muove. Siamo tutte mamme- dicono tra la folla – e ancora: – si sapeva il ragazzo che era. Parole vere, sentite, sofferte, pregnanti, più efficace di fiumi d’inchiostro. Nella “Centrale” è tutto un baglior di fiamme, Piangono spose, bimbi, sorelle e mamme…
Enzo Caputo