La sospensione della fornitura si è imposta allorquando la porta di accesso alla struttura idrica. Chianetta : Si tratta di un serbatoio importate per la gran parte del territorio che direttamente o indirettamente approvvigiona.
Rubinetti a secco nelle contrade Sfaranda, Drià, San Giorgio, Sirico, Vecchio Centro, Contura e Cammara. In pratica mezzo paese sta pagando la “bravata” – se così si può chiamare – di qualche malintenzionato. Saranno ora i carabinieri della locale stazione- diretti dal luogotenente Giuseppe Mangano- ad accertare che l’Effrazione che ha messo momentaneamente in ginocchio il serbatoio “Favara” sito in contrada Sfaranda non sia qualcosa di più grave. La sospensione della fornitura si è imposta allorquando la porta di accesso alla struttura idrica è stata scassata e, pare, sarebbero stati asportati pure alcuni utensili.
Un’azione che ha imposto al Sindaco Veronica Maria Armeli l’immediata emanazione, in via precauzionale, di un’ordinanza contingibile e urgente per accertare la potabilità, non potendosi assolutamente correre il rischio che magari qualche malintenzionato abbia inquinato in qualche modo il prezioso liquido. E si perché, se l’acqua è dappertutto un bene prezioso questo lo è ancora di più nel paesino nebroideo che adduce l’acqua addirittura dalla parte bassa del Comune di Sinagra a due passi dalla fiumara con costi in bolletta astronomici che la recente adesione- atto dovuto- all’Ato Idrico non potrà di certo mitigare, anzi!
“E’ un atto irresponsabile – dice l’Assessore al ramo Massimo Chianetta perpetrato ai danni della Comunità. Appena saputo della cosa l’ho segnata al Sindaco e poi sono stati informati i Carabinieri. Si tratta di un serbatoio importate per la gran parte del territorio che direttamente o indirettamente approvvigiona.” Che in Sicilia quest’anno più che in passato, il rischio di rimanere a secco è sempre dietro l’angolo è un dato di fatto se poi “piove sul bagnato” – l’eufemismo è d’obbligo- tutto si complica e questo malgrado il fatto che Chianetta, da quando ha accettato questa “gatta da pelare” perché non si può chiamare altrimenti un acquedotto, in gran parte vetusto, la cui rete adduttiva si inerpica su un saliente reso impenetrabile dalla vegetazione che necessità di attenzione e controllo continuo.
Se è vero poi che il Comune è stato in parte sgravato- si fa per dire- da un appalto manutentivo in merito, è altrettanto vero che la rete distributiva era e resta impegnativa e le levatacce mattutine dell’Assessore per controllare che tutto sia in regola per chilometri e chilometri di tubature, più che essere una commistione di ruoli sono un atto dovuto. Gli ultimi pensionamenti hanno ridotto l’organico comunale sia in termini di competenze, acquisite con il tempo, che di risorse umane. Intanto anche il gruppo di opposizione consiliare “Insieme per crescere” condanna fermamente “il vile gesto” e auspica il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile.
Ricercate e tecniche le parole dell’Ordinanza, da addetti ai lavori, e il sindaco, avvocato, non può certo averle scelte a caso. “Effrazione” si legge nell’ordinanza di interruzione della fornitura; termine giuridico per eccellenza che sembra lanciare un messaggio chiaro: Non potranno e non saranno tollerati atteggiamenti che danneggiano la Comunità specie all’inizio della bella stagione quando le scaturigini idriche sono naturalmente ridotte e il consumo aumentato per l’indotto turistico.
Chi scrive si rifiuta di credere che il gesto potrebbe essere dovuto a mal di pancia elettoralistici anche se in tanti però sembrano propensi a pensarlo. Se così malauguratamente fosse a pagare il ripetersi di tali azioni saranno solo ed esclusivamente i cittadini.
Enzo Caputo