E’ morto a Milano Silvio Berlusconi. L’ex premier e leader di Forza Italia aveva 86 anni

L’ex premier e leader di Forza Italia, 86 anni, era ricoverato da quattro giorni all’ospedale “San Raffaele”, era entrato venerdì per essere sottoposto ad accertamenti programmati legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. Imprenditore di successo, con il pallino dell’edilizia residenziale, poi tycoon televisivo, infine politico di successo, con la fondazione di Forza Italia che sarà a lungo il primo partito italiano e gli consentirà di diventare presidente del Consiglio per una lunga stagione. Il 2 giugno del 1977 Berlusconi viene nominato Cavaliere del lavoro e l’anno successivo fonda quella che sarà la sua creatura per tutta la vita: Fininvest, la holding che coordina tutte le sue attività.

Silvio Berlusconi (foto LaPresse )

Nel 1976 rileva Telemilano, che diventerà due anni dopo Canale 5, assumendo la struttura di rete televisiva nazionale. Nel 1982 il gruppo si allarga acquisendo Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e due anni più tardi Rete 4 dal gruppo Arnoldo Mondadori. Nel 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale ma il governo Craxi con apposito decreto legge legalizza la situazione della Fininvest. Gli anni ’80 saranno segnati anche dall’espansione ad altre aree di business, come l’acquisto del gruppo Standa.

Nel 1986 un’altra svolta, questa volta in campo sportivo: l’acquisto del Milan di cui sarà presidente fino al 2004, gli anni d’oro di scudetti e trionfi europei in serie. Quindi la folgorazione politica: Berlusconi lascia tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest e il 26 gennaio del ’94 con un video messaggio di nove minuti trasmesso dalle sue reti tv annuncia che si candiderà alla guida del nuovo partito, Forza Italia.

E il 27 marzo 1994 vince le elezioni politiche con due alleanze distinte: al Nord il Popolo delle Libertà, con la Lega, al Sud il Polo del buon governo, con il Msi di Gianfranco Fini. Nel 2000 mette insieme Bossi, Fini e Casini e dà vita alla coalizione della Casa delle libertà, che vince le elezioni del 2001, mentre nel 2006, partito in svantaggio nei sondaggi, sfiora il pareggio con Prodi. L’Ulivo ha una maggioranza risicata al Senato e Berlusconi propone un governo di grande coalizione ma Prodi (e la Lega) gli dicono no. Nel novembre 2007 a Milano, dopo un comizio in piazza San Babila, sale sul predellino dell’automobile e annuncia il superamento della Casa della Libertà e annuncia il nuovo partito del Popolo delle libertà.

Il primo giugno 2011, dopo la pesante sconfitta alle amministrative, Berlusconi, all’epoca ancora presidente del Consiglio, affida il partito ad Angelino Alfano, che viene nominato segretario. Poi la bufera: il 1º agosto 2013 la Corte di Cassazione conferma la condanna impartita dalla Corte di Appello di Milano nel processo Mediaset a 4 anni di reclusione (di cui 3 ammortizzati dall’indulto). L’ex premier continua comunque a guidare, anche se sempre più a distanza, il suo partito e a presentarsi alle consultazioni per i nuovi esecutivi, sia quelli di Conte sia poi nel febbraio 2021 quello di Mario Draghi.

Nel maggio 2018 una nuova svolta lo aiuta a ritornare in politica con l’elezione al parlamento europeo: il Tribunale di Sorveglianza di Milano lo riabilita dalla pena per frode fiscale e il 26 maggio 2019 viene eletto a Strasburgo. Alle elezioni del 2022 ritorna nell’agone nazionale: viene eletto al Senato da dove era assente da 9 anni, leader di una Forza Italia ridotta ai minimi termini ma pur sempre componente indispensabile per consentire a Giorgia Meloni di vincere le elezioni e di formare il nuovo governo di centrodestra.

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