Castell’Umberto – Elezioni: il comune si colora di “rosa”. Veronica Armeli prima cittadina

L’ANALISI POLITICA DI ENZO CAPUTO

Storia di un successo annunciato quello della lista “Pronti per la rinascita Armeli sindaco”.
E poi c’era lei: – L’aria del cambiamento. Quella che serpeggia negli animi, immediatamente riconoscibile all’occhio navigato, foriera di inquietudine per chi si scommette in prima persona. L’onda lunga che si può solo arginare ma non arrestare. Un po’ come fece il Duca d’Aosta all’Amba Alagi
Veronica Maria Armeli (957 voti) (Pronti per la rinascita Armeli sindaco) batte l’uscente Vincenzo Lionetto Civa (529 voti) con la lista “Insieme per crescere noi non io 3.0” e Valeria Imbrogio Ponaro (519 voti) con la sua “Insieme per la Comunità Valeria Sindaco” e colora per la prima volta “di rosa” il Comune.
Storia di un successo annunciato quello della lista “Pronti per la rinascita Armeli sindaco”.
Una campagna elettorale “atipica ma non troppo”, forse “volutamente o incoscientemente divisiva”, dove l’uscente Lionetto ha dovuto sudare, nei comizi, le fatidiche sette camice per dissipare, quasi senza successo (almeno fino al comizio di chiusura della campagna elettorale) il dubbio, legittimo, di una Lista civetta finalizzata ad abbassare il quorum per conquistare la sedia di primo cittadino. (Operazione che è sempre ad altissimo rischio in quanto abbassa si il quorum ma divide le forze). Tre liste con dentro tanti giovani, molti dei quali alla loro prima esperienza (che, ad onore del vero hanno saputo reggere bene il microfono e l’emozione).
Trenta candidati al Consiglio comunale che hanno finito inevitabilmente (era nelle cose) per dividere i nuclei familiari e confondere gli elettori, compresi i più navigati, desiderosi di farsi rappresentare al meglio. Ed è stata proprio l’oratoria dei tre a dipanare, tra le righe, la matassa. Allusiva, politica, incisiva, mirata (pronta a colpire, non solo con l’ironia, qualsiasi cosa degna di nota si muovesse in campo avverso a partire da Scurria passando per Merlina), quella del sindaco uscente imperniata su larghe tematiche e sui tanti perchè, apparentemente inspiegabili, come quello delle costole che si erano staccate all’ultimo minuto dal cuore della sua stessa maggioranza allorquando il vicesindaco Valeria Imbrogio e l’assessore al bilancio Salvatore Scurria, avevano dato vita ad una nuova compagine dopo l’uscita, a dir poco estemporanea, di Scurria che si era addirittura candidato a Sindaco per confluire poi nella lista Imbrogio quale vice sindaco designato.
Ora pacata ora decisa, ma sempre fluida Veronica Armeli che, dopo avere “serrato i ranghi” per ovviare alle “defezioni” della precedente compagine, dovute sia al lungo periodo passato all’opposizione sia al naturale fisiologico migrare tipico dei soggetti politici, ha saputo tenere la piazza allargando le tematiche senza mai allontanarsi dall’obbiettivo principale: “Cambiamento e ancora cambiamento”, ritenuto non più derogabile. “Chapeau” per Valeria Imbrogio, (con il valore aggiunto, derivato dalla prima esperienza in assoluto come candidato Sindaco) che ha però scontato le non ben spiegate motivazioni della rottura con Lionetto scontrandosi, per poi pagare lo scotto, con le identità territoriali che hanno, per loro stessa natura, da sempre tarpato le ali ai candidati a sindaco provenienti da determinate aree del paese.
Valeria Imbrogio ha provato ad invertire la tendenza forzando le statistiche e i diktat di qualsiasi manuale universitario di Geografia politica ed economica. Ancora chapeau. Chi conosce Lionetto, “un cavallo di razza”, arrivato a “muso duro” alla massima carica comunale, dopo un lungo percorso politico, spesso all’insegna del “Nessuna guerra dura all’infinito”.
Chi conosce il politico Lionetto – dicevo – si aspettava, in chiusura di campagna elettorale, la consueta “bomba”, l’arma segreta in grado di capovolgere la situazione a suo favore, sicuramente è rimasto deluso eppure, a ben ascoltare la “bomba” c’è stata… eccome. Sottotraccia, sotterranea… roba da metal detector, subliminale. Da statista degno di miglior causa. Un comizio, una dimensione, un senso di responsabilità che lo ha spinto ad esserci, doverosamente per gestire al meglio e passare, fosse solo le consegne (questo comunque lo vedremo nei prossimi giorni) e “affidare” il Comune a chi poteva vantare un percorso politico degno di nota. Un invito a votare, in ultima analisi, Armeli? Un comizio di commiato nel suo stile o nell’unico elegante modo possibile per un candidato in lizza? Forse, kissà per dirla con il linguaggio dei social.
E poi c’era lei: – L’aria del cambiamento. Quella che serpeggia negli animi, immediatamente riconoscibile all’occhio navigato, foriera di inquietudine per chi si scommette in prima persona. L’onda lunga che si può solo arginare ma non arrestare. Un po’ come fece il Duca d’Aosta all’Amba Alagi dove per lui chiese ed ottenne l’onore delle armi. Di contro, per restare in tema di nemesi storica, si sa che con gli inviti alla resa Salvatore Castagna fece un falò. Veronica Armeli è sindaco.
Vincenzo Lionetto, con la forza comunicativa del suo vernacolo è all’opposizione, Valeria Imbrogio, per ora fuori dai giochi, ha avviato il percorso politico e come prima uscita in solitaria niente male. Tutto qui? Neanche a pensarci. I punti programmatici di Armeli hanno superato l’esame; ora bisogna realizzarli o quantomeno, visto il periodo di vacche magre, bisogna tentare di farlo. “Siamo pronti ha detto” la neo sindachessa.
L’asticina va alzata, lo chiede il paese. L’analisi politica? Va fatta, come ho fatto, a bocce ferme e senza mai avere, volutamente, varcato la soglia di nessuna delle tre sedi elettorali a partire da quel gazebo in piazza sferzato dalla pioggia e del vento. Ma si sa… sposa bagnata sposa fortunata. Ad maiora prima cittadina, di “Ligea buona” c’è solo quella di Terina.
La politica non è forse ermetica cittografia che però non perdona le divisioni perché i voti di Lionetto e quelli di Imbrogio se avessero corso insieme avrebbero superato di 91 preferenze Armeli?
Enzo Caputo
}