Al Palacultura in occasione della presentazione del libro “Leggi qui – guida galattica (e)norme per adolescenti” scritto dal magistrato Giacomo Ebner, alla presenza di illustri relatori. Secondo appuntamento al Rettorato lunedi 23 maggio
Una platea di oltre 700 studenti, come non si vedeva da tempo, stamane al Palacultura di Messina per ricordare Giovanni Falcone e le altre vittime della mafia e riflettere sui temi della legalità, grazie all’evento promosso da Associazione nazionale magistrati, Università, Ordine degli avvocati e Ufficio scolastico regionale Sicilia VIII. “Il ricordo e la memoria di Giovanni Falcone” il titolo dell’incontro, moderato dal giornalista Nuccio Anselmo, è stata l’occasione per presentare alle scuole superiori messinesi il libro “Leggi qui – guida galattica (e)norme per adolescenti” (edito da Mondadori), scritto dal magistrato e presidente XV commissione dell’ANM Giacomo Ebner. Dopo i saluti istituzionali della presidente della sezione di Messina dell’ANM Laura Romeo, del prorettore vicario UniMe Giovanni Moschella, del presidente dell’Ordine Domenico Santoro, del provveditore agli studi Stello Vadalà, sono intervenuti il delegato alla formazione dell’Ordine Antonio Cappuccio, l’attrice Maria Grazia Cucinotta e il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Ruperto.
“Falcone è stato calunniato, isolato, delegittimato: la verità sulla sua storia ancora non è stata completata, processi che durano da molto tempo e che solo in parte hanno fatto chiarezza su quanto accaduto in quegli anni così difficili. La lotta contro la mafia dovrebbe diventare obiettivo di ogni parte politica, di ogni governo e di ogni istituzione”: la sintesi di uno storico intervento del magistrato Nino Di Matteo in ricordo di Falcone, parole che hanno un profondo significato, citate da Anselmo per introdurre ai liceali gli argomenti della mattinata.
“Il diritto non è un’insidia, la legge non costruisce tranelli – ha detto Ebner, particolarmente applaudito dell’auditorium gremito di ragazzi – diritto e legge sono, piuttosto, gli strumenti di cui la nostra società, qualunque società, dispone per far sì che si possa convivere pacificamente, nel rispetto delle libertà di ciascuno.
Il mio manuale ha l’ambizione di creare eroi vivi; la narrazione di Falcone e Borsellino va fatta sempre, perché bisogna trasmettere un messaggio prezioso ai nostri studenti. Si può essere onesti, rispettare la legalità e rimanere vivi. In questo libro c’è tanto anche della mia vita e soprattutto vanta le collaborazioni di molti artisti tra cui Fiorello e la Cucinotta”. Proprio l’attrice, in video collegamento, ha ribadito il suo impegno in prima linea contro la violenza di genere e alla domanda sulla sua adolescenza, ha raccontato il quartiere messinese “complicato” in cui è cresciuta, cioè Camaro San Paolo, dove il crimine era all’ordine del giorno proprio negli anni ‘80-‘90.
“Il confronto dialettico coi giovani educati alla legalità è molto significativo – ha detto il magistrato Romeo – perché rappresenta il simbolo del rapporto tra il mondo della giustizia, magistratura e avvocatura insieme, con la loro funzione sociale, ed è il nocciolo della cultura e della formazione, quindi la scuola e l’Università”. Il presidente Santoro ha evidenziato che “Dopo 30 anni Falcone non è morto, il suo pensiero viaggia nelle nostre menti, le sue azioni devono correre sulle nostre gambe”.
Moschella ha sottolineato l’importanza degli atenei come “culla della cultura contro la mafia” e dell’impegno dell’UniMe che promuove continuamente eventi formativi in questa direzione. “Ogni istituto giuridico spiega tutto il proprio significato – ha spiegato Cappuccio soltanto se calato nella realtà viva e pulsante, che l’ha concepito. Bisogna perciò accostarsi al diritto, e alla sua storia, liberandosi dai falsi miti evoluzionistici secondo i quali esso costituirebbe un semplice collage di regole riprodotte inalterate nei secoli. Non cedete, cari studenti, alla tentazione di etichettare, giudicare, condannare frettolosamente il passato giuridico, un passato che può ancora insegnare molto a voi e alle prossime generazioni”.
Emozionante l’intervento di Ruperto il quale, collegato da casa alla veneranda età di 97 anni, si è soffermato sull’importanza del diritto, sui concetti di “ius” nell’accezione romanistica del termine, di giustizia, di conoscenza utile a separare il giusto e l’equo rispetto ai loro contrari: un ideale ponte culturale tra l’esperienza e la saggezza di un giurista così autorevole e la sete di sapere dimostrata dalla platea di adolescenti.
“La mafia sarà sconfitta definitivamente come le altre organizzazioni criminali – ha aggiunto il provveditore agli studi Stellò Vadalà – a combatterla dobbiamo essere noi, dovete essere voi giovani. È un sogno? Si ma è realizzabile. Se non fossi un sognatore, non farei questo mestiere. Facciamo educazione alla legalità ogni giorno, l’evento di oggi è solo un input al costante e quotidiano lavoro svolto dentro le aule”.
La giornata si è conclusa con un dibattito aperto agli studenti condotto dalla componente della Scuola Superiore della Magistratura del Distretto di Messina Rosanna Casabona: interessanti i discorsi di Claudio Messina del Maurolico, che ha affrontato il revenge porn, fenomeno sempre più dilagante, e Fabrizio Smiroldo dello Iaci, il quale ha parlato di libertà e dei suoi limiti. Il ricordo di Falcone prosegue con un secondo appuntamento, mercoledì 23 maggio, giorno dell’anniversario della strage di Capaci, alle 9.30 nell’aula magna del Rettorato.
Nelle foto: Vadalà, Moschella, Romeo, Santoro, Cappuccio e Anselmo. Video collegati sullo schermo: Ebner e Cucinotta.