“Ho appena inviato una lettera con procedura d’urgenza al ministro della salute, Roberto Speranza e per conoscenza ai vertici sanitari regionali e al presidente Musumeci. È giunto il tempo di uscire fuori dal vicolo cieco in cui è stato relegato il Punto nascita di Sant’Agata di Militello. Serve che da Roma, in accordo con la Regione siciliana, si dichiari immediatamente la struttura ospedaliera, o quantomeno il punto nascita come reparto di area disagiata. Non è un capriccio ma una necessità dettata dalla vasta area che fa riferimento a tale presidio”. Lo afferma la deputata regionale di Forza Italia, on. Bernardette Grasso.
“È vero che nel rispetto del DM 70/2015 la programmazione sanitaria spetta alla Regione – continua la Parlamentare. Ma secondo i criteri previsti dalla norma, per realizzare ciò devono essere garantiti standard che attualmente non lo sono. Penso alla soglia minima dei parti richiesti e soprattutto ai tempi di percorrenza per raggiungere la struttura, che per le gestanti non devono superare i 60 minuti. Dall’Area interna dei Nebrodi, stante le difficoltà legate ai collegamenti viari, il nosocomio più vicino è a oltre 80 minuti, ovvero a Patti”.
“Ecco perché, in deroga alle norme nazionali, occorre una netta presa di posizione che garantisca al territorio nebroideo, con oltre 60 mila residenti, un servizio all’altezza, senza sottoporre donne e bambini a estenuanti viaggi per raggiungere l’ospedale più vicino. Lo ribadisco – conclude Grasso – serve un accordo tra Ministero e Regione che dichiari la struttura santagatese reparto di area disagiata, in modo che possa svolgere appieno la sua funzione di presidio per migliaia di donne dei Nebrodi”.