La sesta sezione della Cassazione mette definitivamente la parola alla vicenda in cui erano coinvolti l’ex sindaco di Floresta Sebastiano Marzullo ed il responsabile dell’area tecnica all’epoca dei fatti Aurelio Filippo Mazzeo. Per la Suprema Corte non ci fu peculato e quindi ha annullato senza rinvio, assolvendo, perché il fatto non sussiste, Marzullo e Mazzeo.
La vicenda giudiziaria ha avuto inizio il 21 settembre 2018, quando il tribunale di Patti – presidente Potestio, a latere Vona e Torre, aveva assolto i due imputati, perché il fatto non sussiste. Secondo l’originaria accusa l’ex sindaco di Floresta Marzullo nel 2009 si sarebbe appropriato di 867 euro, corrispondente a tre quote di partecipazione della gita organizzata in Umbria, destinandoli a tre persone che invece erano indicati dal responsabile comunale del settore finanziario Mazzeo quali posti gratuiti.
Quest’ultimo doveva rispondere di altri due casi di peculato collegati sempre alla gita organizzata dal comune, essendosi appropriato di 867 euro e 1080 euro. In primo grado i giudici avevano disposto l’assoluzione per entrambi difesi dagli avvocati Alessandro Pruiti Ciarello e Mariella Sciammetta.
In secondo grado, il 27 gennaio 2020, è cambiato tutto: la corte d’appello di Messina – presidente Sicuro, a latere Grimaldi, estensore Arena, aveva ribaltato il verdetto del tribunale di Patti, condannando ad un anno e dieci mesi Mazzeo ed un anno e otto mesi Marzullo.
Ieri il caso si è chiuso in Cassazione, che ha confermato il verdetto di assoluzione emesso dal tribunale di Patti, accogliendo il ricorso della difesa, annullando senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non sussiste.