“Zona arancione-rossa in tutta la Sicilia per 15-21 giorni, didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado per almeno 15 giorni, tamponi molecolari per accedere alle aree di emergenza degli ospedali”.
Per gli esperti del Comitato tecnico scientifico siciliano l’unica strada per superare la grande ondata di Covid è quella del lockdown, la Sicilia in zona rossa visto che i contagi crescono vertiginosamente (oggi 1803 con 24 morti).
Il Cts, riunitosi ieri, ha espresso un parere consegnato all’assessore alla Salute Ruggero Razza con le misure suggerite per contenere la pandemia ormai fuori controllo nell’Isola. In Sicilia crescono vertiginosamente i casi di Covid, e gli ospedali sono in affanno, da Marsala a Palermo, a Catania. Scarseggiano i posti letto per i malati Covid. Un’ondata di contagi che arriva nonostante l’80% della popolazione sia immunizzata.
“Ma solo l’1,5 per cento degli immunizzati finisce in ospedale. Se non ci fossero i non vaccinati, avremmo l’80 per cento in meno di ricoverati in Terapia intensiva e il 70 per cento in meno in area medica. Se al contrario fossimo tutti i vaccinati, non ci sarebbe pressione in corsia e non sarebbe necessario riconvertire posti letto sottraendoli all’assistenza dei malati non-Covid”, spiegano alcuni componenti del Cts a La Repubblica Palermo.
Una richiesta, quella del cts, che arriva a poche ore dalle polemiche sul rientro a scuola, con sindaci e governo regionale che chiedono a Roma i “poteri” per poter riprendere con la didattica a distanza anche se si è in zona gialla.
Ma per il cts le regole della zona gialla non bastano (e nemmeno i 50 comuni in arancione tra cui anche Capizzi), e per questo hanno espresso un parere più restrittivo, sul quale si attende la risposta dell’assessore Razza. In Sicilia serve la zona rossa fino a tutto gennaio.
Lo stesso allarme lo ha sollevato il direttore dell’ospedale di Partinico, un’altra struttura in difficoltà: “lockdown o sarà catastrofe”.