Il mito dell’isola che non c’è, il luogo immaginario che non ha mai avuto una sua fisicità, in quanto immateriale e che proprio per questo cambia la prospettiva di chi, nel suo intimo, cerca di raggiungerla con la propria immaginazione.
Ecco, la scuola al tempo del Coronavirus è la scuola immateriale, la scuola senza confini fisici, senza compagni, senza maestri, un luogo della mente per la mente, con la tecnologia che stimola o meglio iperstimola i sensi dell’udito e della vista, perdendo quella percezione della fisicità limitata alle mura della propria abitazione.
Senza compagni, senza maestri, senza quel palpito che solo la fisicità può dare, le lezioni a distanza invadono le nostre case, scandiscono il tempo, creano nuove routine, nuove cadenze temporali.
E se il mondo virtuale è senza confini, anche la scuola virtuale lo è, e questo aspetto è stato colto immediatamente dalla comunità educante dell’istituto comprensivo di Brolo, guidato dal dirigente Bruno Lorenzo Castrovinci.
Se in una prima fase gli sforzi comuni si sono concentrati sull’acquisizione delle tecnologie e delle abilità necessarie per impedire la discontinuità didattica nei processi di apprendimento, con docenti, genitori e alunni alle prese con i mezzi più disparati, da whatsapp, adattato allo scopo, a Cisco Webex, a Zoom, alle piattaforme di social learning come schoology, edmodo e fidenia e alle suite integrate di google, microsoft e we school, in questa seconda fase lo straordinario diventa ordinario, pertanto la scuola deve cercare nuovi spazi, nuovi confini, che nell’immateriale si traducono in risorse infinite.
Ed è proprio seguendo questa vena esplorativa che il comprensivo Brolese, ha cominciato ad attivare dei servizi innovativi inaspettati dalle famiglie e che aggiungono risorse importanti a supporto dello studio dei ragazzi.
Con un accordo con le prestigiose università di Harvard e Bocconi si è garantito ai ragazzi della scuola media il supporto di tutor universitari costituiti dai docenti e dagli studenti accademici.
Allo stesso tempo sono state resi fruibili e messi a sistema gli ambienti virtuali del prestigioso dizionario enciclopedico Treccani.
All’interno di essi i contenuti, multimediali e testuali della più grande enciclopedia italiana, trovano una dimensione nuova, più ampia e più ricca.
Grazie ad un accordo tra il Ministero dell’istruzione e la Treccani e all’implementazione dell’architettura di rete a livello d’istituto è stato possibile strutturare un sistema organico di aule virtuali, dove docenti ed alunni si possono incontrare per esplorare i vastissimi contenuti della più grande enciclopedia multimediale italiana.
Ma i servizi attivati ed attivabili sono molteplici, e mentre i docenti scoprono i contenuti di We school, con le moltissime lezioni e verifiche già pronte, l’istituto sta completando la messa a punto di un portale aggregatore di risorse per facilitare e potenziare le attività didattiche a distanza.
Da un lato la didattica a distanza continua a garantire la formazione agli alunni, dall’altro si lavora per migliorare i servizi in presenza attraverso la realizzazione del progetto della mensa letteraria, una biblioteca che sfrutta la flessibilità degli spazi destinati alla mensa, per utilizzarli come spazio di lettura fisico e digitale.
Una vera e propria Biblioteca Digitale, che offre l’accesso a moltissimi contenuti, non solo editoriali, ma soprattutto multimediali e video.
E allo stesso tempo avviare un processo per realizzare il progetto ambizioso di una Learning Organization, completando il progetto voluto e pensato dal compianto prof. Sidoti Salvatore Migliore.
Il progetto prevedeva una rete ad alta velocità collegata con i servizi cloud di Google Suite, attualmente in uso presso l’istituto, implementando la soluzione progettata con un sistema di archiviazione locale dei contenuti sincronizzato con il cloud; in tal modo si riescono a sfruttare le potenzialità della rete LAN ad altissima velocità, progettata e realizzata ma mai effettivamente sfruttata. L’idea è consentire agli studenti di accedere ai contenuti digitali, a scuola, senza il limite fisico della connessione a internet limitata dalla velocità della banda passante delle infrastrutture territoriali.
Ed infine la scuola dell’infanzia regionale con l’idea, in corso di realizzazione, di consentire ai piccoli alunni di accedere al mondo di Apple educational sfruttando le potenzialità della penna digitale e delle App appositamente studiate per un bambino che cresce.
Tecnologia sì, ma anche investimenti mirati ad accrescere la dotazione di libri della biblioteca d’istituto e ad arricchire l’offerta di scienze motorie con il calcio balilla, ma questa è un’altra storia che racconteremo al ritorno in classe.
Insomma un periodo di progetti e iniziative, una scuola come l’isola che non c’è che corre veloce nel mondo virtuale del digitale, che pur nella sua immaterialità, diventa grande volano per la crescita culturale della nuova generazione di studenti, sempre più nativi digitali e sempre più immersi in un mondo virtuale cosi lontano e distante dai loro padri che sono cresciuti inseguendo un pallone per le piazze delle nostre città.