Pubblichiano la lettera di un brolese che ci ha scritto per raccontare la sua situazione in tempo di coronavirus, con i figli entrambi al Nord.
Forse in fin dei conti la vita è proprio questo, non dare niente per scontato, la serenità, la famiglia, il lavoro, la salute…già la salute un bene oggi più che mai prezioso in tempi di covid 19 o se volete di coronavirus.
Io e mia moglie (Santina), come tante altre famiglie raccontiamo la nostra particolare testimonianza avendo i nostri figli, che per motivi di lavoro, vivono fuori dalla nostra amata isola.
Luca, il maggiore lavora a Roma oramai da quasi cinque anni. Giusy, laureatasi da pochi mesi, ha trovato lavoro a Torino, tutti felici poi l’imprevisto…
La paura per la salute dei nostri figli è grande e non averli vicini in questo momento è una cosa terribile, forse innaturale…ma è giusto così…
Luca e Giusy sono rimasti a Roma e Torino,decisione presa di comune accordo per senso civico e responsabilità, lavorano da casa come tanti altri giovani (smart working) .
Ci videosentiamo ogni giorno, ci scambiamo ricette, consigli per una buona attività fisica, musica film e quant’altro.
Lo stato d’animo d’ognuno è quello che è, siamo umani e dunque fragili.
Questo “coronavirus” servirà a farci capire che se facciamo squadra tutti quanti, seguendo i consigli dei nostri sindaci rimanendo a casa e seguendo le semplici regole di igiene e distanza fra persone, c’è la faremo, tutti indistintamente…non perdiamo la speranza, siamo umani ma ci siamo sempre rialzati alle avversità più forti di prima.
Un pensiero alle vittime ed ai nostri “angeli custodi” medici ed infermieri.
Pippo Buonocore
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