“Mario Francese era un giornalista che non si tirava mai indietro. Un cronista di razza che, con il piglio tipico dell’investigatore, approfondiva ogni argomento per capirne genesi ed evoluzione.
Proprio per questo motivo, prima di ogni altro, riuscì a intuire quello che stava avvenendo a Palermo, tra le fila della criminalità organizzata negli anni Settanta, ovvero la scalata al vertice di Cosa nostra dei mafiosi corleonesi Riina e Provenzano”.
Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, ricordando il cronista del Giornale di Sicilia, nel 40mo anniversario della sua uccisione.
“Francese – continua – se aveva una notizia la scriveva, senza omettere, nelle sue cronache, nomi e cognomi dei mafiosi. Ma andava anche oltre dando conto delle coperture assicurate dai colletti bianchi e descrivendo con dovizia di particolari tutta la rete di collusioni, corruzioni e interessi che vi ruotava intorno”.