“Tano Un ricordo, una storia, una vita. Un impegno” – Poche efficaci parole per tratteggiare una figura che ormai fa parte della storia nebroidea il cui “cuore pulsante” è ormai, giocoforza, impresso nell’adorata Sfaranda.
Una ruolo e una targa ricordo nel “Borgo Luigi” scoperta dal sindaco Enzo Lionetto alla commossa presenza dei figli Alfonsa e Sebastiano Conti Nibali, degli assessori Valeria Imbrogio, Giuseppe Pruiti e Sarina Battagliola nonchè, tra gli altri, anche degli amministratori della vicina consorella Sinagra, Carmelo Rizzo e Maria Sinagra (a testimoniare affetti non solo politici); il tutto “coreografato” dal numeroso e qualificato pubblico e dalle bellezze del Borgo Luigi; “passato che vive” e ricorda di come i luoghi sono l’espressione dell’amore e della perseveranza di chi li abita.
Già: La perseveranza che ha sempre caratterizzato- ha detto, in sintesi, il sindaco- l’operato dell’uomo e del politico Tano che, con un semplice pronto, sapeva anteporre l’interesse del paese alle posizioni personali.
Quel modo di essere- ha aggiunto il figlio Sebastiano- interrotto dall’emozione- che lo portava sempre ad avere, quasi per caso, l’occhio attento a ciò che poteva, fiducioso com’era nelle istituzioni, dare un apporto al paese. Poi c’era lei, Alfonsa, che, oltre a “sostituirlo” nel ruolo (è stata infatti nominata da Lionetto pro-sindaco) ne ricalca fedelmente modo di essere e orme”.E c’era anche quel sorriso sornione buono per tutte le stagioni e gli stati d’animo che, diventava soddisfatto e compiaciuto ad ogni obbiettivo raggiunto.
“Anche questa è fatta”. A parlare è Alfonsa , a dire era stato il padre, per l’occasione “Taninu di Sparanna”, parlando del decreto di finanziamento della chiesa distrutta dalla frana. e sullo sfondo, “spettatore e attore, c’è il borgo Luigi” che sa di Tirolo e integrazione, accoglienza e impegno; di antico e di “nuovo” e, come un quadro che si rispetti, ha una firma e un’anima che si scrive Florentina Carcione e si legge “Sogno del tempo”.
E c’erano anche Pippo Manera e Pippo Crasci il cui ricordare è stato “semplicemente poesia dell’anima”.
Per Tano, che ha ancora arringato la sua gente, c’erano tutti a rivivere un’emozione senza tempo difficile, ma non impossibile, da rendere con le parole. “La notte più bella è quella in cui non hai bisogno di dormire per vivere un sogno” – scrive su Facebook Rosa Campisano.
E il sogno,tra antichi sapori, assicurati dallo staff turistico del Comune e le coreografiche torte, sospese tra “gitano e bravura”, diventa sicilianità, pentagramma, note, odi del cuore che sospendono il tempo. “Nta’ la to casa non ci sta lumera” – suonano i bravi ” Cantustrittu” – lu lustru lu fa tu stidda liana”.
Ha forza, verve… il gruppo musicale, coinvolge, trasuda studio e passione. Anche la tradizione musicale di questo nostro “continente isolano” , se ben espressa, fa Trinacria che diventa cultura e perché no, “Turismo culturale” che diventa “greganico” con tutta la forza che il vernacolo sa dare- e c’è quel “Liana”, intraducibile termine, che racchiude l’animo femminile.
Dell’argomento se ne era parlato, proprio in questo luogo a dimostrare che, a crederci, le pietre parlano e l’impegno paga. Tano Vive e il Mendel con ci ha messo proprio impegno. La scena volge al desio. Si spengono le luci…l’emozione di un sogno continua…
Enzo Caputo