La persistente situazione di siccità, che è costantemente peggiorata stante l’assoluta assenza di piogge, ha messo in ginocchio anche il comparto della zootecnia, inducendo gli allevatori a richiamare l’attenzione delle istituzioni locali sullo stato di crisi su cui versano le relative aziende.
Il sindaco di Floresta Nello Marzullo, ben conoscendo le difficoltà in cui versano le aziende del territorio, si è fatto promotore di una importante iniziativa materializzata nella riunione dei sindaci del comprensorio dei Nebrodi tenutasi nella sede del palazzo Landro- Scalisi, il 29 giugno scorso.
Nel corso del detto incontro è stata sottoscritta dai quindici sindaci presenti la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Politiche Agricole, al Ministro dell’Interno, al Presidente della Regione Sicilia, all’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea e al dipartimento di Protezione Civile.
L’iniziativa ha avuto l’effetto di far attivare da parte della Regione le procedure di verifica nei territori interessati dove si sta registrando una situazione di emergenza per il sostentamento idrico degli animali a causa dell’esaurimento delle sorgenti acquifere che si registra fino alle quote più elevate.
Lo stato critico per gli allevamenti riguarda anche la disponibilità di foraggio e di pascolo potendosi stimare una riduzione di oltre il 40%. Analoga situazione è sofferta dal comparto agricolo in forte sofferenza per la sostanziale riduzione della produzione degli ortaggi e danni alle colture da frutto.
In tale settore particolarmente apprensione si coglie tra i produttori olivicoli che stanno assistendo al danneggiamento delle olive con una previsione di drastica perdita di prodotto e, quindi, di olio, dopo l’annata 2016 ricordata per la quasi assoluta assenza di produzione. Il sindaco di Floresta continuerà, con i colleghi dei comuni del comprensorio, a portare avanti la battaglia per aver riconosciuto almeno lo stato di emergenza per una situazione ormai non più sostenibile con pesanti risvolti negativi anche per l’occupazione.