“La cultura dell’accoglienza e del rispetto della persona non può non camminare di pari passo con la piena assunzione delle proprie responsabilità, e questo è valido sia per la gente comune, sia anche per chi è chiamato a decidere per il bene di tutti”. È un vero e proprio appello quello che lancia mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti.
I destinatari sono i rappresentanti delle istituzioni e della politica. Il presule, impegnato in un appuntamento di formazione dei giovani preti, interviene partendo dalle recenti notizie di cronaca che hanno accompagnato l’arrivo a Sinagra, paese del Messinese che ricade nella diocesi di Patti, di un gruppo di migranti, in particolare degli abitanti del vicino paese di Castell’Umberto.
“È vero che ci sono state proteste, ma non è una questione di accoglienza”, dice mons. Giombanco all’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana e al Sir, e aggiunge con decisione: “Assolutamente non la si chiami gente razzista, anzi che emerga la volontà di aiutare chi si trova in difficoltà. Semmai la si accompagni e la si aiuti ad affrontare questo momento: non si può garantire la dignità delle persone, sia quelle accolte che quelle che accolgono, se non ci si prepara bene”. Una “preparazione” che, per il presule, riguarda “l’informazione e la formazione dei singoli, ma anche la concreta gestione delle situazioni. Certe enfatizzazioni, utili a far notizia – aggiunge -, di certo non aiutano nessuno”.
La protesta è montata nei giorni scorsi dopo che è stata resa nota la decisione del prefetto di Messina, Francesca Ferrandino, di inviare una cinquantina di migranti in una struttura alberghiera attualmente dismessa, in territorio di Sinagra, ma ad un passo da Castell’Umberto appunto. Vincenzo Lionetto Civa, sindaco di quest’ultimo paese, aveva denunciato con un “avviso importante e urgente” diramato su Facebook, che tutto sarebbe avvenuto a sua insaputa e incitato alla protesta perché la struttura che ospita i migranti risulta da anni inagibile.
I cittadini, guidati dal sindaco, hanno organizzato barricate attorno all’albergo e hanno fermato il gruppo elettrogeno destinato all’hotel che non ha l’allaccio all’energia elettrica. Per la Prefettura di Messina “la struttura era già stata visionata e ha acqua e luce attraverso un generatore di corrente elettrica”.
“Occorrono coordinamento e collaborazione – commenta, intanto, mons. Giombanco -, occorre creare una situazione che garantisca la dignità e la sicurezza di tutti, a partire da chi arriva e a finire a chi accoglie”.
(Agenzia S.I.R.)