Urne aperte da stamattina dalle ore 7 fino a stasera alle 23. In Sicilia chiamati al voto 128 comuni, per il rinnovo degli organismi amministrativi.
Palermo e Trapani gli unici due capoluoghi al voto. In quindici comuni i sindaci saranno eletti col proporzionale e vincerà al primo turno chi otterrà almeno il 40% delle preferenze, mentre in 113 si voterà col maggioritario. L’eventuale turno di ballottaggio si terrà domenica 25 giugno, sempre dalle 7 alle 23 ma non riguarda centri della provincia di Messina.
I candidati che aspirano a uno dei 1.616 posti nei consigli comunali, nell’intera isola, sono oltre 8.000, distribuiti in 546 liste. Gli elettori 1.559.397. Lo spoglio delle schede comincerà subito dopo la chiusura delle urne.
La nuova legge elettorale siciliana, approvato l’estate scorsa, ha introdotto diverse novità. A partire dall’abbassamento della soglia per evitare il ballottaggio.
Diverse le novità introdotte dalla nuova legge approvata dall’Ars ad agosto dello scorso anno, che di fatto danno ai cittadini possibilità differenti rispetto al passato.
Comuni con popolazione fino a 15mila abitanti.
La norma prevede che l’elezione avvenga con il sistema maggioritario, che in Sicilia fino allo scorso anno era previsto per i centri fino a diecimila anime. A vincere sarà il sindaco che al primo turno prenderà più voti, indipendentemente dalla percentuale di consenso. Non è previsto, quindi, il ballottaggio. L’elettore si troverà davanti una scheda di colore azzurro, sulla quale saranno già riportati i candidati a sindaco con a fianco il simbolo della lista a cui sono collegati. La preferenza potrà andare al candidato sindaco preferito, apponendo un segno nell’apposito riquadro, e al contempo votare una lista tra quelle presenti, anche diversa da quella che sostiene il candidato sindaco scelto. È possibile, inoltre, esprimere due preferenze – purché di sesso diverso e appartenenti alla stessa lista – tra i candidati al consiglio comunale.
Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti.
A entrare in gioco nei centri di maggiori dimensioni sarà il sistema proporzionale, con un premio di maggioranza da assegnare in base ai singoli casi. Innanzitutto va detto che l’elezione si concluderà al primo turno soltanto nel caso in cui un candidato sindaco riesca a ottenere almeno il 40 per cento dei consensi (in passato la soglia era fissata al 50 per cento più uno). Se così non fosse, gli elettori saranno richiamati alle urne il 25 giugno per il ballottaggio, a cui parteciperanno i due candidati che hanno ottenuto più preferenze.
Il premio di maggioranza – consistente nel 60 per cento dei seggi dei consigli comunali – verrà assegnato al primo turno se le liste collegate al sindaco vincitore riusciranno a raggiungere il 40 per cento dei voti (conteggiando soltanto le liste che superano la soglia di sbarramento del 5 per cento). Se questo scenario non si realizza al primo turno, il premio di maggioranza andrà al vincitore del ballottaggio, a meno che il candidato sconfitto non abbia fatto apparentamenti che gli consentano di presentarsi al secondo turno con una coalizione che, a livello di liste, raggiunge almeno il 50 per cento.
Anche in questi caso l’elettore potrà scegliere se votare soltanto il sindaco preferito o dare la propria preferenza anche alla lista (la stessa del sindaco o un altro). Rimane la possibilità di indicare due candidati al consiglio comunale, rispettando la parità di genere e l’appartenenza a un’unica lista.
Effetto trascinamento.
Rappresenta una delle principali novità, nonché un ritorno al passato. Per effetto trascinamento si intende la confluenza naturale del voto dato alla lista anche al relativo candidato sindaco sostenuto dalla stessa, nel caso in cui l’elettore non segni sulla scheda un altro nominativo. Il meccanismo non vale nel caso in cui a essere segnato è soltanto il nome del sindaco: in tale circostanza, infatti, il voto non va automaticamente alla lista o alla coalizione che lo appoggia.
Voto disgiunto.
Con questa espressione si intende la possibilità di votare un sindaco e per il consiglio candidati (massimo due e di sesso diverso) di liste a lui avverse.
Voto di preferenza.
Mentre i nomi dei candidati sindaco saranno già prestampati nelle schede, per i consiglieri bisognerà scrivere il nome nello spazio accanto alla lista a cui appartengono. Si potrà scrivere il nome e cognome o soltanto il cognome. In caso di omonimia vanno sempre scritti nome e cognome e, se necessario, data e luogo di nascita. Se il candidato ha due cognomi, l’elettore potrà scriverli entrambi o soltanto uno, qualora ciò non crei confusione.
Se si commette l’errore di votare più di due candidati la preferenza andrà soltanto alla lista, mentre nel caso in cui si votassero due candidati, ma entrambi dello stesso sesso, il voto va soltanto al primo. Qualora l’elettore segnasse più di una lista scrivendo la preferenza per candidato appartenente a una di esse, il voto va alla lista legata al candidato.
Elezioni del presidente del consiglio circoscrizionale e del consiglio circoscrizionale.
A Palermo si voterà anche per i consigli circoscrizionali e verrà usata una scheda di colore rosa. La scheda riporta i nomi e i cognomi dei candidati alla carica di presidente, l’elezione avviene al primo turno con sistema maggioritario. L’elettore può votare per un candidato alla carica di presidente e per una delle liste a lui collegate. Anche in questo caso è previsto il voto disgiunto.
Il voto dei cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea.
Potranno votare alle elezioni comunali anche i cittadini provenienti da nazioni che fanno parte dell’Ue purché siano residenti nel Comune al voto e abbiano fatto richiesta di inserimento nelle liste elettorali entro il 2 maggio.