Dieci anni e non sentirli. Vale anche per noi l’antico adagio che si può utilizzare sempre e in qualunque circostanza. Il nostro premio, Best in Sicily, quest’anno festeggerà i suoi primi dieci anni. L’entusiasmo, però, è quello di sempre, del primo giorno.
Cornice magica, il 30 gennaio, per celebrare il decennale con i nuovi premiati che avranno la possibilità di calcare il palco del Teatro Massimo di Palermo. Festeggeranno con loro i premiati delle passate edizioni.
E tra questi anche i migliori macellai che, dal 2009 ad oggi, hanno ricevuto l’ambito riconoscimento, per una categoria che si è aggiunta solo dopo qualche anno la creazione del premio. Tra i territori più interessanti del panorama siciliano in fatto di macellerie, quello dei Nebrodi merita una considerazione a parte. Non solo perché annovera 3 premiati, ma anche perché rappresenta la scommessa vinta di questi artigiani del gusto che hanno scelto di rimanere e puntare forte sulle tradizioni e sulle materie prime del posto.
Prendete, ad esempio, i fratelli Antonio (meglio conosciuto come Pippo) e Franco Borrello, di Sinagra in provincia di Messina. Sono stati i primi a percepire le potenzialità del suino nero dei Nebrodi. Hanno scelto di allevarlo, di produrre salumi e di aprire, accanto alla macelleria, una trattoria che è una vera delizia per gli amanti del buon cibo. Oltre ad avere un buon rapporto qualità/prezzo. Andare da loro, poi, significa percorrere una delle strade più belle della Sicilia, quella che collega Randazzo con Sinagra appunto. Ora hanno anche sperimentato il prosciutto cotto con il suino nero. Esperimento riuscitissimo, ve lo assicuriamo.
A Mirto, in provincia di Messina, ci sono Sebastiano Agostino Ninone e la moglie Luisa. Qui il prosciutto è un must. La loro esperienza, professionalità e ricerca, li hanno spinti a specializzarsi soprattutto nell’affinamento dei prosciutti. E sono davvero dei maestri.
A Brolo, sempre in provincia di Messina, c’è un altro premiato dei Nebrodi, Tino Pintaudi. Lui rappresenta un macellaio atipico, uno che ha studiato, si è formato presso alcuni dei salumifici più importanti d’Italia e poi ha riportato nella sua cittadina quanto aveva appreso. Con incredibili risultati.
A Cefalù continua senza sosta l’attività di Aldo Blasco insieme ai cugini Aldo e Francesco nel “Punto della carne”. Qui si vendono solo prodotti che provengono dai loro allevamenti, tutti certificati. Da provare i loro preparati, vere delizie siciliane. Le carni vendute provengono da animali allevati per sette mesi allo stato brado e che sono poi sottoposti ad un periodo di ingrasso in stalla, con mangimi preparati nella stessa azienda, che varia dai 5 mesi per le femmine agli 8 per i maschi.
Ci spostiamo nel ragusano dove c’è Il Chiaramontano, di Massimiliano Castro. Siamo a Chiaramonte Gulfi. E’ l’esempio perfetto del macellaio che diventa imprenditore. Castro, infatti, ha scommesso sui prodotti a base di asina.
E il suo salame d’asina ha fatto letteralmente impazzire gli arabi che ne vanno ghiotti. E’ ricercatissimo. Massimiliano è un mix di passione, capacità e imprenditorialità.
A Linguaglossa, ai piedi dell’Etna c’è Rosario Pennisi. E’ un macellaio/poeta che attinge a piene mani alle tradizioni di una volta, un grande sostenitore del quinto quarto che prepara ogni venerdì nella sua bottega, ma è anche un grande comunicatore. Dal suo negozio non si vorrebbe mai uscire. La sua salsiccia al ceppo, da sola, vale il viaggio per andare a trovarlo.
A Palermo c’è Emanuele Cottone. E fatecelo dire: il miglior macellaio del capoluogo siciliano. E’ un fotografo/pittore prestato all’arte della macelleria. Un vero intellettuale che fa questo lavoro con passione e non teme rivali.
C.d.G.