Senza un serio sistema di trasporti e di comunicazioni, il territorio dei Nebrodi resterà fuori da qualsiasi ipotesi di sviluppo economico e sarà sempre più marginalizzato.
L’Autostrada, peraltro a pagamento, è stata classificata all’ultimo posto tra quelle italiane. E’ la peggiore, sia per manutenzione, che per sicurezza (segnaletica inadeguata, protezioni laterali non a norma, fondo stradale pietoso e privo di manutenzione, asfalto non drenante, scambi di carreggiata e restringimenti permanenti).
I collegamenti ferroviari nell’ultimo ventennio, nonostante tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90, fossero stati notevolmente migliorati e innovati, sono stati del tutto abbandonati. Da un lato corse limitate e taglio dei treni a lunga percorrenza, dall’altro lato neppure si parla più del completamento del corridoio ferroviario Palermo-Berlino, da portare a compimento con la costruzione del doppio binario nella tratta Patti/Fiumetorto.
In queste condizioni è impossibile parlare di turismo, né si può ipotizzare la crescita di importanti comparti tradizionali, come l’agricoltura, l’agroindustria, la trasformazione alimentare e la pesca, né di sistemi in continua evoluzione e crescita, come l’e-commerce, che si articolano in rete, ma che non possono fare a meno di un adeguato sistema di trasporto delle merci da vendere, da acquistare o da scambiare.
Se la notizia diffusa nei giorni scorsi dagli organi di informazione, secondo la quale ci sarebbero imprenditori indiani interessati a realizzare un aeroporto nella Valle del Mela, risponde a vero, l’intera classe dirigente della nostra provincia ha il dovere morale di mobilitarsi per sostenere l’iniziativa, ponendo in essere ogni atto concreto per incoraggiare quelle imprese straniere ad investire nella nostra zona, evitando che – ancora una volta, tra lungaggini e cavilli burocratici – anche questi potenziali investitori non siano condotti all’esasperazione e costretti ad abbandonare i loro progetti.
La vicenda dell’Aeroporto di Torrenova, che a suo tempo ha visto insieme partners pubblici e privati nella costituzione della SAE (Società per l’Aeroporto delle Eolie), si è conclusa con un nulla di fatto. L’aerostazione avrebbe fatto uscire il territorio dei Nebrodi dall’emarginazione economica, tagliato fuori più di altri dall’assenza di una idonea rete di trasporti. Essa è stata definitivamente seppellita anche per il mancato inserimento nel Piano regionale dei trasporti.
La posta in palio è troppo alta. Oggi, un’infrastruttura come l’aeroporto, assume un valore strategico ancora più elevato e la sua edificazione non è più rinviabile.
Alla luce delle superiori considerazioni, vista la preziosità della “posta in palio”, la CISL rivolge un appello a tutta la classe dirigente (soggetti istituzionali territoriali, parlamentari nazionali e regionali, organizzazioni sindacali, partiti e movimenti politici, organizzazioni e ordini professionali, imprenditori, semplici cittadini), affinché ognuno faccia la propria parte contribuendo, nel rispetto delle singole competenze, a realizzare un sogno, non solo perché anche i cittadini della nostra zona, come avviene nel resto dell’Italia, hanno il sacrosanto diritto di muoversi con facilità e liberamente, ma anche perché la costruzione di un’opera come questa, produrrà occupazione, direttamente e nell’indotto, e sarà uno strumento al sevizio delle imprese, che a loro volta avvieranno diverse forme di sviluppo, non solo dei Nebrodi, ma di una macroarea che si colloca parzialmente anche nelle province di Enna e di Palermo.