Riceviamo e pubblichiamo una nota giunta in redazione da parte di Davide Donzelli
Caro Padre Enzo Caruso,
ho sentito parlare bene di Lei e non ho ancora avuto il piacere di conoscerLa, ma appena oggi (02/12/15), in una delle mie rare passeggiate sul web ho avuto modo di leggere il Suo articolo pubblicato da Nebrodi 24 giorno 29 Novembre con titolo Rimettiamo i crocifissi al loro posto. Rimuoviamo coloro che ordinano di toglierli. Per rispetto alla nostra cultura. Mi hanno colpito la passionalità e la convinzione con le quali , ha esposto le sue argomentazioni, in merito ad una questione che a sua detta “si ripete ogni anno e che è diventata una paranoia”.
Il riferimento è alla vicenda riguardante il preside di Rozzano che avrebbe vietato i festeggiamenti di Natale nella sua scuola. Vicenda che, a mio modo di vedere, è stata strumentalizzata in maniera stucchevole da molti politici con il solo scopo di fare demagogia e portare dalla loro parte un’opinione pubblica scossa ed impaurita: vedere la Gelmini cantare “tu scendi dalle stelle” davanti la scuola di Rozzano ha del ridicolo, oltre che del patetico! Mi sento solidale con il “povero” preside: al suo posto non mi sarei dimesso! Che mi risulti, tra i paesi occidentali solo in Italia e forse in Spagna il Natale viene festeggiato anche a scuola e non penso che nei paesi anglosassoni o negli USA questa festività sia meno sentita o celebrata che da noi. Da uomo libero ritengo che in uno stato che si proclama laico anche la scuola lo debba essere.
La scuola ha il compito di formare il cittadino inculcandogli lo spirito civico e l’amore per la cultura, la religione ha invece il compito di indirizzare il cittadino verso Dio e la sua azione deve afferire più che alla sua sfera morale, a quella spirituale. Come molti sin da bambino sento forte lo spirito natalizio, sia nella sua dimensione religiosa: la speranza che le tenebre vengano sopraffatte dalla luce che nasce nel mondo, sia nella sua dimensione più tradizionale e folcloristica: Il calore della famiglia che si riunisce al completo , la musica nelle strade, le cornamuse, il presepe.
Ritengo che la tradizione natalizia anche nella sua parte più consumistica sia un tesoro che noi occidentali dobbiamo preservare e difendere. E così come questa, anche tante altre tradizioni che ci accompagnano da decenni. Ma perché festeggiare il Natale a scuola, quando in una settimana ci sono ben 5 pomeriggi più il sabato e la domenica per fare il presepe, preparare i canti, le recite e tutto quello che rende meravigliosa ed unica la nostra festa? A, Brolo tra l’altro, e Lei me lo può confermare, abbiamo un oratorio retto da persone volenterose e validissime!Perché farlo nell’orario scolastico?
Io ritengo non giusto festeggiare il Natale o la Pasqua a scuola o inaugurare l’anno scolastico con una messa (cosa che giudico ancora più inopportuna) non perchè ciò potrebbe offendere persone di altre confessioni o fedi : la maggior parte di essi è molto più tollerante di quanto immaginiamo (poi gli idioti e i fanatici sono ovunque). Lo ritengo scorretto perché, questi cittadini, pur non sentendosi offesi, sarebbero di fatto discriminati e ciò verrebbe a cozzare con i valori, da Lei citati, di Fratellanza, Uguaglianza e Liberta. A proposito di questi principi, voglio precisare (e questa non è una mia opinione, ma è storia) che essi sono stati propugnati non tanto dal Cristianesimo, quanto dall’Illuminismo. E’ sull’Illuminismo che si basa il nostro ordine sociale! E’ stato l’illuminismo con i suoi Voltaire, Rousseau a favorire il progresso civile, morale ed economico nel mondo occidentale. Ed anche il Cristianesimo (ed in particolare il Cattolicesimo) ha subito i suoi effetti benefici: non più religione che esercitava potere incutendo negli uomini la paura del peccato e dell’inferno, ma religione che predica Misericordia ed Amore.
Ho constatato, inoltre, che Lei insiste sul concetto di “Casa Nostra”, sottintendendo che coloro che provengono da una realtà diversa dalla nostra, magari di miseria o di guerra o di persecuzione siano da considerare graditi ospiti o visitatori. Ma che cosa è, realmente, “Casa Nostra”? L’Europa, L’italia, Brolo è “Casa Nostra”, ma non lo è per me più di quanto lo sia per mio amico Moahamed con il quale ogni domenica ci incontriamo al bar Sport per tifare Milan. Questo paese è Casa di chi ci vuole vivere onestamente, lavorare, farsi una famiglia, anche se non ha avuto la fortuna di nascerci: un paese libero e democratico, ma che esige che vengano rispettate le sue leggi e le sue tradizioni.
Ultima riflessione sul Crocifisso: lo ricordo sin dai tempi dell’asilo al centro, in alto sulla parete; la sua presenza mi ha sempre accompagnato nella vita scolastica; me lo ritrovo tutt’oggi negli ospedali ed in tanti luoghi pubblici; è un simbolo che fa parte della mia educazione e della mia cultura ed a cui sono affezionato.
Mi chiedo: che male può fare un cadaverino di gesso attaccato ad una croce? Nessun male.
Chi potrebbe mai offendere? Nessuno che non sia spinto da fanatismo religioso o peggio da follia o stupidità.
Eppure sono convinto che toglierlo dai luoghi pubblici sarebbe un grande atto di civiltà.
Con Simpatia Davide Donzelli cittadino d’Europa