Le pessime condizione dell’impianto idrico, dovuto a vetustà e ai dissesti idrogeologici verificatesi nel territorio comunale e nell’intero comprensorio dei Nebrodi, torna di attualità o meglio viene ancora una volta evidenziato dal sindaco Enzo Lionetto, che si auspica che a Castell’Umberto non ci sia un “Caso Messina”, per quanto riguarda l’acqua.
Infatti, il primo cittadino umbertino, ha scritto una missiva e l’ha indirizzata al presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, al Prefetto di Messina, al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità dipartimento regionale acque e rifiuti, all’assessorato regionale autonomie locali e della funzione pubblica e all’ufficio del commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Sicilia.
Nella nota, il sindaco di Castell’Umberto, invita gli Enti in indirizzo ciascuno per le proprie competenze, a voler attivare ogni iniziativa utile al fine di accelerare le procedure per il finanziamento del progetto del comune nebroideo avente ad oggetto: “Ottimizzazione rete idrica di adduzione approvvigionamento serbatoio Piano Collura-Vecchiuzzo”, da finanziarsi con le risorse del capitolo 642061 essendo stato utilmente inserito nell’elenco dei progetti finanziabili, approvato dalla Giunta Regionale n. 152 del 21.05.2015. A tutt’oggi: silenzio assoluto.
Nel contempo, il Comune di Castell’Umberto, vista la vana attesa, con le risorse del proprio bilancio comunale, già pesantemente decurtate dai fondi Regionale e Nazionali, ha realizzato parte delle opere per l’ottimizzazione dell’impianto, per circa 50.000,00 euro. Lo stesso ente comunale, ha appena acceso un mutuo con la Cassa DD.PP. per complessivi 200.000,00 euro, al fine del rifacimento di parte della condotta, interessata nell’ultimo periodo, da movimenti lenti e continui di dissesto del territorio.
Tale somme graveranno, purtroppo, sui cittadini “castanesi” per i prossimi venti anni. Agli intestatari a cui la missiva è indirizzata, concludendo la sua lunga missiva, Enzo Lionetto scrive che si “manda a dire” che noi siamo qui in “trincea ad aspettare”.
Non ci resta che una civile protesta di sollecitazione nel rispetto dei ruoli istituzionali nostri e Vostri per le relative competenze e successivi provvedimenti”.