Le allerte meteo della Protezione civile diventano un caso, mentre i cittadini e sindaci siciliani chiedono chiarezza.

Mentre è ancora in corso l’allerta meteo con livello arancione su buona parte della Sicilia, i sindaci propongono un’attenta riflessione sul sistema di allerta lanciato dalla protezione civile regionale e soprattutto sulla necessità di avere delle previsioni sempre più precise.

Protezione civile diventano un caso le allerte meteo nebrodi24A lanciare l’allarme e le preoccupazione di molti suoi colleghi primi cittadini e di tutta la popolazione siciliana è Roberto Bonaccorsi, sindaco di Giarre, una delle città più martoriate dal maltempo di quest’ultimi giorni:“Ritengo sia ormai indispensabile mettere i sindaci nelle condizioni di fornire risposte ai cittadini che non siano contradditorie o che risultino poco comprensibili, sia dal punto di vista delle procedure d’emergenze che della gestione della messa in sicurezza del territorio”.

Il ragionamento del sindaco nasce proprio mentre la sua amministrazione è ancora impegnata a fare i conti con i danni a strade, spazi ed edifici pubblici dovute alle notevoli precipitazioni – 300 mm di pioggia nella giornata di ieri (dati Prot. Civile comunale) – mentre oggi si è reso necessario chiudere le scuole della città per consentire agli uffici comunali di procedere alla verifiche delle condizioni degli edifici. L’intensità della perturbazione che ha colpito Giarre si è rivelata ben maggiore rispetto alle previsioni e questo ha causato gravi disagi, specie a danno dei numerosi edifici scolastici attivi sul territorio.

La stessa analisi era stata avanzata ieri da Enzo Bianco che a Roma, come presidente del Consiglio nazionale dell’Anci era stato promotore di un incontro tra il Governo, tutte le Regioni e i sindaci, per stabilire regole condivise sulle allerte meteo e dar vita a un codice di comportamento che consenta ai Comuni di affrontare tempestivamente le scelte che riguardano i cittadini.

Ieri Bianco ha parlato in Giunta di quanto discusso in Conferenza unificata a proposito di allerta meteo e anche del fatto che, a ogni allerta meteo, i comuni devono pagare la reperibilità dei dipendenti. Sindaco e assessori hanno rilevato la necessità di avere indicazioni precise dai tecnici che analizzano le previsioni meteorologiche.

“Non è il momento di cercare un colpevole e polemizzare– sottolinea ancora Bonaccorsi – ma da sindaco devo chiedermi, così come stanno facendo i miei concittadini, com’è che sia possibile esporre ancora oggi i Comuni a queste situazioni difficili”.

Intanto è allo studio della Protezione civile, l’istituzione che si trova in prima persona a fronteggiare le emergenze della cittadinanza e le criticità dovute al dissesto idrogeologico del territorio,  un nuovo sistema sovracomunale che assuma la responsabilità di decisioni che non possono essere lasciate alla discrezionalità del sindaco.

I cittadini dal canto loro, chiedono posizioni chiare, non scelte contraddittorie orientate certo alla riduzione dei rischi, ma anche che non pongano ogni volta i sindaci di fronte a eccessi di prevenzione o sottovalutazione dei fenomeni.

Basti pensare all’allagamento avvenuto il 13 ottobre tra i comuni di Milazzo e Barcellona dovuto all’esondazione del torrente Mela, non preannunciato da nessuna allerta meteo.

Nonostante la protezione civile sia in possesso di apparecchiature capaci di prevedere questi fenomeni, capita e purtroppo anche con una certa frequenza che le allerte meteo non corrispondano a condizioni meteo avverse o al contrario che vere bombe d’acqua flagellino territori senza che vi sia alcuna allerta da parte della Protezione civile.

Va ricordato che la Protezione civile siciliana  riceve dal dipartimento nazionale le previsioni meteo ( perché ha un contatto diretto con l’Aeronautica Militare), mentre è di sua competenza le valutazioni dei fenomeni al suolo e del monitoraggio del territorio.

In Sicilia esistono delle località in cui sono presenti dei radar che consentono di rilevare le criticità  in modo preciso, (così come avviene per lo strumento che sorveglia Giampilieri), ma per ottenere delle previsioni ancora più esatte occorro dei radar che andrebbero dislocati oltre i confini nazionali come ad esempio nei paesi del Nord Africa: un intervento tuttavia non facile anche a causa della situazione geopolitica di quei luoghi.

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