La Sicilia non farà parte delle Regioni italiane che propongono il referendum abrogativo contro le trivellazioni petrolifere.
L’Assemblea regionale non ha raggiunto il quorum di 46 voti favorevoli (la maggioranza più uno dei parlamentari, pari a 90). A pesare, il voto contrario dei parlamentari del Pd che hanno votato compatti a favore delle trivellazioni. Il referendum abrogativo, comunque, ha raggiunto lo stesso la soglia minima di cinque regioni che lo propongono. Oltre alla Sardegna hanno votato sì la Basilicata, regione capofila, e successivamente Marche, Molise, Puglia e Sardegna. Prima del 30 settembre, data entro la quale i quesiti dovranno essere depositati presso gli uffici della Corte di Cassazione, si riuniranno anche i Consigli regionali di Abruzzo, Veneto, Campania, Calabria, Liguria ed Umbria.
Con profonda indignazione esprimono il proprio dissenso tutte quelle forze politiche e associazioni ambientalistiche che si erano espresse a favore del referendum e che avevano lottato affinché l’Assemblea Regionale votasse a favore del referendum abrogativo.
“ Ancora una volta i siciliani onesti si sono visti negare il diritto a poter rappresentare con il proprio voto il parere sulle trivellazioni in Sicilia”, afferma il portavoce di Verdi Siciliani che aggiunge:“Siamo indignati ed offesi, i parlamentari siciliani stanno negando al popolo siciliano di poter esprimere il proprio dissenso ad una legge che ancora una volta mortifica le potenzialità di sviluppo sostenibile della nostra regione e del nostro territorio. I parlamentari siciliani non si rendono conto dell’elevato prezzo che la nostra regione già paga in tema di elevato rischio industriale e di contaminazione del territorio”.
“Che non ci vengano a parlare più di rilancio di turismo e cultura – rilanciano da Legambiente – i deputati regionali che hanno votato contro il referendum abrogativo delle norme che regolano le autorizzazioni e gli espropri per le trivellazioni, come prevede lo ‘Sblocca Italia’, hanno perso letteralmente il diritto alla parola. Si stanno ipotecando circa 130 mila kmq di aree marine mettendo a rischio settori economici importanti come il turismo e la pesca. Ma evidentemente per i politici della nostra regione tutto ciò è del tutto privo di significato. Per loro coste, mare e territorio da salvaguardare e valorizzare sono solo parole vuote. Si tratta di una pagina veramente triste del Parlamento siciliano, sicuramente non l’unica”.
I Verdi Siciliani comunque annunciano una mobilitazione regionale per protestare contro la decisione del Parlamento Siciliano ed attiveranno tutte le iniziative per riproporre il proprio dissenso alle trivellazioni nel mare di Sicilia.