Castell’Umberto – Presentato il libro “Il Principe e il contadino” di Manfredi Gigliotti

il principe ed il contadino 2Narrativa, storia, società, cultura; voglia di esserci per capire l’animo attraverso il legame unico e forse doveroso, tra il nobile e il povero, l’appartenenza e la virtù, la nobiltà e il sentimento. Così, in sintesi, la professoressa Rita Randazzo ha tratteggiato la presentazione del libro “Il Principe e il contadino” dell’avvocato Michele Manfredi Gigliotti, presentato sabato nella splendida cornice verde dedicata a “Lucio Piccolo” che apre, ad “oriente”, assieme al Bar Pruiti, le “Porte umbertine”.

Rita ha inaugurato così, “in punta di cuore”, la prima edizione del “Caffè letterario” organizzato dalla biblioteca comunale con in calendario la presentazione di numerose opere di scrittori e artisti dei nebrodi. Un’amicizia ricca di pathos quella tra Ruggero d’Altavilla e Calogero Ribaudo – prosegue Amanda Franchina che assieme a Luigina Barbagiovanni hanno presentano il libro- La giovane relatrice introduce al mondo dei normanni, sfila la regina Adelasia, la storica San Marco d’ Alunzio, il maniero, l’incredibile anacronistica amicizia tra chi ha tutto e chi nulla, se non la sua appartenenza ad una terra e ad una civiltà patriarcale dura a morire.

manfredi gigliottiE poi c’è l’autore, la sua passione per la storia, il linguaggio ricercato, il “gusto del bello” che, spiega La Randazzo, coreografa la narrazione. Sicilia medievale dominata dalle gesta dei figli di Odino che hanno prima sciacquato i panni “nell’Arno” della Normandia per poi “mirar” questa terra “bella e terribile, dalla forma triangolare aspra e forte, quasi un atollo “verde” nel cuore del mediterraneo. Dai nebrodi di oggi a quelli di ieri.

il principe ed il contadinoGigliotti ripercorre la storia, riabilita i centri dell’entroterra valorizzandone l’anima, nobilita la nostra lingua , a volte chiosa in dialetto con, sullo sfondo, l’amore per il modo classico e la mitologia, come mitologica è la sua lettura delle forme dell’isola. Arabi, normanni, stili e colori diversi, volti ed espressioni di bambini affidate all’inventiva pittorica di Marika Galati e Maria Tindara Pruiti, le pittrici umbertine che con i loro quadri hanno arricchito lo splendino scenario naturale. Storia, poesia, arte, quasi una “lirica letteraria” per il numeroso e qualificato pubblico presente.

Sicilianità: “ti pozzu offriri sulu ‘na cantata sulu sta vuci mi detti la vita, pueti sunaturi e stampasanti camparu sempri poveri e pizzenti.”. Mokarta l’ultimo condottiero arabo sconfitto nel 1072 dai Normanni avvicina Scicli a Fragalà e Raccuia passando per la “Terra di li Martini” da dove parti la guarnigione normanna che pose fine alla dominazione araba Sicilia. Finita la kermesse continua la magia: lo chiede la storia perchè la Sicilia, dice lo scrittore, è anima, volto, tradizione, dimensione artistica .

Enzo Caputo

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