Dopo i tre precedenti, risalenti a marzo e aprile, nuovo ritrovamento di capi di bestiame che, vittime del sempre dilagante fenomeno dell’abigeato, erano stati trafugati sui Nebrodi e rinvenuti in Calabria.
Alcuni capi bovini, curati da un allevatore di Floresta, trafugati nel 2014 nelle campagne del siracusano dove gli armenti erano stati spostati per la pastorizia del periodo, sono stati ritrovati nelle campagne tra Melicucco e Seminara, in provincia di Reggio Calabria.
Il quarto ritrovamento, al quale hanno partecipato i carabinieri e la guardia forestale, conferma il preoccupante fenomeno dell’abigeato che, da tempo, ha assunto dimensioni preoccupanti e frutto del sodalizio criminale instaurato tra illecite organizzazioni siciliane e calabresi e che sta provocando danni incalcolabili alle aziende zooteniche nebroidee e al tessuto produttivo del settore. “L’escalation del fenomeno – commenta il sindaco di Floresta Nello Marzullo, che attenziona il problema anche nella duplice veste di medico veterinario – è dovuto alla consapevolezza anche dei criminali che il furto di bestiame non prevede la misura dell’arresto, e la carenza di controlli costanti ed efficaci, concorre ad incentivare l’attività delittuosa finalizzata a garantire cospicui profitti alle organizzazioni che riescono ad alimentare il mercato illecito della carne ed a perpetrare truffe in danno dell’Agea e dell’Inps.
La gravità dei danni causati dall’abigeato richiede risposte altrettanto decise ed efficaci in assenza delle quali il comparto zootecnico, già duramente provato dalla persistente crisi economica, finirà per soccombere con migliaia di addetti – conclude il primo cittadino di Floresta – che saranno costretti ad incrementare la percentuale di lavoratori disoccupati già di per se allarmante”.
Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud (edizione 1/05/2015)