Nei noccioleti dei Nebrodi ci oltre cento ghiri per ogni ettaro di noccioleto e la stima, rilevata in periodo di “magra alimentare”, è per difetto. A dirlo, nella conferenza stampa di sabato sull’emergenza ghiri presso l’Hotel “La Sorgente” si Sinagra, è stato, citando uno studio di settore, il sindaco di Raccuja Damiano Cono Salpietro che ha anche puntato il dito sull’affitto “di frodo” dei terreni a scopi illeciti. I simpatici animaletti solo nei comuni di Ucria, Sinagra, Castell’Umberto e Tortorici, nei cui territori ci sono circa 10.000 ettari di noccioleti, ne avrebbero infestato massivamente oltre 1000 con un danno stimato all’attuale prezzo di vendita, di circa dieci milioni di euro.
Un danno enorme destinato a crescere, tanto da invocare la modifica dell’art. 4 della legge37/97 che protegge il roditore. Alla conferenza tematica, organizzata dal Presidente della “Comunità della nocciola dei Nebrodi” Enzo Ioppolo e dal comitato spontaneo di Ucria per la salvaguardia del noccioleto, erano presenti gli onorevoli Marcello Greco, Nino Germanà, Bernadette Grasso e il senatore Bruno Mancuso che ha parlato di “squilibrio ambientale” che sarà sottoposto all’attenzione del Parlamento con una interrogazione.
Oltre ai sindaci o amministratori di Ucria, Castell’Umberto, Raccuja, Floresta e Montalbano, presenti pure l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Nino Ferro e il responsabile dell’Unione Agricoltori di Ucria Rino Marzullo che ha ribadito la voglia di interventi di dignità e non assistenzialismo. Tra i numerosi produttori presenti anche Riccardo Damiano di Torrenova che ha sottolineato come oltre ai ghiri si devono trovare soluzioni alla concorrenza turca la cui produzione, rispetto alla nostra è di cento a uno e l’unica soluzione è puntare sul risanamento della nocciola siciliana che è qualitativamente migliore di quella straniera .
I ghiri si sono riprodotti a dismisura, sia perché protetti ma, soprattutto, per l’abbandono delle campagne e la conseguente abbondanza di cibo e di “protezione” rosicchiano sette nocciole su dieci azzerando di fatto la raccolta, qualcosa si è fatto a partire dai “piani di controllo” e di “contenimento” che hanno “certificato” l’esigenza, su cui tutti i politici presenti erano d’accordo, di allargare le maglie della legge di tutela che- ha spiegato l’Onorevole Marcello Greco, può essere fatta solo con un emendamento alla finanziaria entro il prossimo 31 dicembre se non slittano i termini. Insomma tempi non proprio brevi per vedere risultati.
“E’ la fine di un modello di sviluppo ambientale ed economico ha detto il sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto. Se non torniamo ai sistemi di una volta basati su più raccolte, il ghiro non ci lascerà una nocciola e, finite quelle ci arriverà pure in giardino”. L’uomo deve riappropriarsi del territorio per far si che questo, oggi periferia della periferia, possa rinascere”. Voglia di rivedere, come ha detto il sindaco di Montalbano i lenzuoli sui quali una volta si asciugavano i frutti perchè, ne è convinto Enzo Ioppolo, montagna, corilicoltura, turismo, identità e appartenenza territoriale sono un fattore di sviluppo e uno scatto d’orgoglio.
Enzo Caputo