Riceviamo & Pubblichiamo *
Noi lavoriamo “per Brolo”, senza se e senza ma, le responsabilità di questo scempio vanno ricercate nella gestione scellerata dei passati 17 anni di vita amministrativa.
Questo i cittadini devono ben saperlo come anche il fatto che la Cassa Depositi e Prestiti ci chiede indietro i fondi di tutti i mutui erogati per opere fantasma, che non sono solo tre ma ben sei. Altro che aprirci nuove linee di credito.
Il buco nero di quanto fatto, in maniera irresponsabile, condanna Brolo, e l’opposizione, nel suo complesso, farebbe bene, su questo argomento, a tacere, anzichè lanciare sterili e ridicole accuse. Sarebbe un bene , invece, cercare di trovare un punto comune per andare avanti senza fare ulteriori danni, ma è evidente che questa minoranza non ne ha alcuna voglia.
Non si frena più il sindaco di Brolo, dopo l’ultima telefonata intercorsa con i funzionari romani della CDP. “Avevo pensato di non rispondere alle insinuazioni, alle accuse, ai colpi bassi di chi la politica la fa ormai sul sentito dire, che non legge le carte, che non vuol capire in che guaio il nostro paese è stato cacciato. Come una amministrazione che parte da Giuseppe Laccoto e affonda con Salvo Messina abbia bruciato tutte le sue aspettative, le sue speranze di futuro”.
Ma aggiunge il sindaco “oggi la misura è colma. La mia non è una risposta ad un volantino, che lascia il tempo che trova, o a un’intervista ormai giocata solo sui luoghi comuni, ma una puntualizzazione doverosa verso i cittadini che oggi sono frastornati come lo sono i commercianti e gli imprenditori che avanzano soldi dal comune.
Noi stiamo lavorando perché loro non li perdano. Questo sia chiaro a tutti, e dire il contrario è una menzogna, è terrorismo disfattista, è una porcata. Ma ai fondi del Dl 66 noi, come comune di Brolo non possiamo accedere.
Lo dice chiaramente il nuovo revisore dei conti, lo dice la logica del finanziamento che altro non è che un ulteriore mutuo, che evidentemente noi non possiamo richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti. La quale, anzi, rivuole indietro, subito, perentoriamente, quanto ha già dato per opere fantasma e per questo – dice Irene Riccciardello – dovrò andare, quanto prima, su richiesta degli stessi dirigenti della CDP, a Roma a mediare, a trovare strade per dilazionare il maltolto, per non far perdere la faccia definitivamente a questa nostra comunità, per non depauperare ulteriormente le casse comunali.
Noi non siamo in grado oggi di dare – a cento giorni dall’insediamento – risposte certe sui debiti maturati, non siamo in grado di dare un ordine cronologico alla fatture dei creditori, non siamo in grado di dare certezze sulle somme impegnate.
Gli uffici annaspano nella ricerca di fatture che escono quasi dal nulla e diventano anche decreti ingiuntivi, fatture mai riscontrate, mai viste, nate sulla scorta di non si da quali atti amministrativi. In questo clima la legge, ed anche il buon senso, ci dice che non possiamo fare nessuna richiesta. Se ne facciano una ragione gli oppositori, quelli dell’aula, dei marciapiedi, dei vili profili anonimi di facebook.
Siamo sull’orlo del dissesto, inutile negarlo. L’ha detto il precedente revisore, attendiamo che ci diano una risposta, magari una speranza, i commissari regionali che ritorneranno a Brolo la settimana prossima, poi dovremo prendere coscienza, forse pronunciare una sentenza già scritta, ma non da noi. Lo faremo responsabilmente con il consiglio comunale.
Lo faremo, se sarà l’ultima spiaggia.
Ma i cittadini devono sapere che manterremo i servizi essenziali, lo stiamo già facendo, tuteleremo le famiglie, i disagiati, i servizi primari, l’istruzione, ma su questo parleremo nei prossimi giorni. Non abbiamo “scialato” nessun anticipo di tesoreria, come dice qualcuno – continua il sindaco – Abbiamo ottenuto la possibilità di ampliarlo, ce l’hanno concesso, ma non l’abbiamo utilizzato, piuttosto paghiamo gli interessi di quanto dilapidato,oltre due milioni di euro di anticipazione, è il caso di dirlo, dalla e nella gestione commissariale… e ancora mi domando perché?”.
Poi Irene Ricciardello affronta il nodo delle tasse. “Non è vero che abbiamo applicato il massimo delle percentuali previste dallo stato per la Tasi.
A Brolo questo nuovo tributo statale e non comunale inciderà del 2,5 per mille per la prima casa (esente però da Imu) e dell’1 per mille per tutti gli altri fabbricati, quando il massimo applicabile sarebbe stato del 3,3 per mille.
E’ vero che molti Comuni, che non hanno avuto la gestione nefasta degli ultimi tre lustri e passa che Brolo ha avuto, si sono permessi il lusso di non applicarla, di ridurla, ma altri l’hanno fatto in maniera più pesante di noi. Noi non potevano far altro, e i cittadini, che certamente comprendono la situazione, sanno che è così”.
Irene Rcciardello parla e dice, e non è sola, le fanno da corona gli assessori, il presidente del consiglio, compaiono nella sua stanza consiglieri di maggioranza. Tutti uniti.
Tutti sono stupiti, arrabbiati, increduli di quanto leggono.
Sono accuse che respingono nettamente.
E’ diretto il vicesindaco, Gaetano Scaffidi :“ tralasciando – afferma- quelle che sono le responsabilità penali che non tocca a noi stabilire di chi siano, ma è ovvio e lampante che la responsabilità politica di tutto questo ha principalmente un nome ed è quello del professore Pippo Laccoto, prima sindaco per 10 anni, poi onorevole ed anche assessore di Salvo Messina, il suo fidato delfino che giova ricordarlo è stato da Lui imposto, sponsorizzato, protetto e fatto eleggere sindaco.
Sono loro che hanno che hanno dilapidato il patrimonio comunale, favorito il clima d’approssimazione amministrativa, poi portato alle estreme conseguenze, costruito una macchina del consenso elettorale fatta di sprechi, clientelismo, di favori e di vergognoso assistenzialismo e questi sono i risultati …
Paghiamo il conto, e lo faremo per i prossimi decenni, di 28 mutui contratti in questi 17 anni , tutti sotto le amministrazioni Laccoto/Messina , ecco di questo l’attuale opposizione dovrebbe chieder conto ai loro padrini politici piuttosto di puntare in maniera grottesca il dito contro un amministrazione che sta in sella da poco più di 90 giorni, – e continuando aggiunge – trovo veramente incredibile che il presentatore della mozione , il capogruppo di minoranza Condipodero non si sia nemmeno presentato in aula , tanto era importante per lui o forse l assenza era determinata dal fatto che la mozione non la sentiva propria !!
In altre parole non era farina del suo sacco”. Lo stesso capogruppo che soltanto pochi mesi fa si è dimesso,insieme ai consiglieri dell’ex maggioranza, lasciando il paese senza un consiglio comunale che li potesse tutelare in un momento difficile come quello , se non si fossero dimessi – e noi l’avevamo richiesto a gran voce – oggi forse avremmo potuto far altro … ma la storia politica del paese non si riscrive né si ridetermina con i verbi al passato, ora noi, con l’onere e l’onore di guidare il paese, cercheremo di tirarlo fuori dalle langhe entro le quali è stato cacciato.
Ma ognuno si assuma le proprie responsabilità”.
Chiude il sindaco: “Non escludo nessuno dalle responsabilità politiche di quanto è accaduto.
Abbiamo assistito a giri di valzer di assessori che diventavano sindaci, di consiglieri che diventavano assessori, di sindaci che divenivano assessori.
Ora nessun sa più nulla, tutti pronti a giudicare.
E’ vero le responsabilità penali sono personali, come quelle economiche per eventuali danni erariali subiti dall’ente, quelle politiche invece sono collegiali.
Non ce ne voglia l’ex presidente del consiglio, già assessore per 15 anni sotto Laccoto e Messina , ma non c’è stato nessun dispiegarsi di anomali connubi politici tra quella maggioranza e la nostra minoranza.
Piuttosto al comune di Brolo è mancato altro, la coerenza, l’impegno, l’onestà economica e politica,il rispetto delle istituzioni.
Sono stati gli anni in cui è mancato il senso della Stato, della giustizia e delle regole basilari di buona amministrazione, non certo il ruolo di controllo della minoranza,che anzi quando ha scoperto determinati fatti si è recata immediatamente a denunciarli alla magistratura.
Ed il fatto che proprio Noi, quella ex minoranza, siamo oggi qui, premiati dalla cittadinanza, a testa alta, la dice lunga e la dice tutta.