Riceviamo & Pubblichiano *
La campagna elettorale che infiamma le nostre giornate è durissima.
Cinque candidati a sindaco per neanche sei mila abitanti. Mentre tra le strade infiamma una lotta ancestrale all’ultimo voto, mentre Mimmo “Pubblidea” non fa che annunciare tre, quattro comizi al giorno svegliando il paese con quelle “adorabili” ( mi sia permesso il sarcasmo) canzoncine di accompagnamento, non posso far altro che riflettere e guardarmi intorno.
Vedo un paese ferito, umiliato, guardato e considerato adesso come fosse uno tra i peggiori della provincia. Eppure,un tempo,eravamo tra i migliori. Potevamo gridare con orgoglio e dire che Brolo era un paese in crescita. È cresciuto con noi, Brolo, ha dato una prospettiva a chi sperava di combinare qualcosa nella propria vita, ha consegnato sogni impacchettati in carta aurea, ha regalato sorrisi e distribuito benevolenza.
Era tutta una farsa? “Non è tutto oro quel che luccica” dice un vecchio detto. Probabilmente è vero. Ma non posso credere e non voglio credere che l’aria che si respirava un tempo tra le nostre strade, che il rispetto e la cura verso la res publica, che tutti avevamo, sia stata una fandonia. Eppure adesso risulta essere l’abbellimento di un macchinoso ingegno orchestrato ad arte da chicchessia, dietro il quale la più bieca moralità ha nascosto un inganno colossale, tanto colossale da costringerci a divenire vittime del colpo del secolo. Perchè è cosi. Siamo vittime e carnefici del colpo del secolo. Pensate che io mi riferisca ai soldi? A quei dannati, fottutissimi soldi dissolti nell’aria come fossero bolle di sapone? In parte. Ma questi ladri “fantasma” non ci hanno rubato solo i soldi. Rimaniamo alla deriva mentre assistiamo al deterioramento della dignità della nostra grande famiglia. Le strade buie la sera, la sporcizia, le cattive condizioni in cui versa il paese sono la metafora dei nostri animi. Dove ormai la speranza è per molti pura illusione ed insieme rassegnazione all’idea che per riuscire a rialzarsi ci vorrebbe un miracolo.
Ma cosa ne è stata della nostra voglia di essere cittadini, di vantare la nostra storia, di correre tra le vie del centro storico e scattare foto al tramonto dal belvedere? Che ne è stato dell’orgoglio di essere di Brolo, di essere testimonianza nella storia con due medaglie appese al petto? Che ne è stata della magia dei vent’anni, di quella forza prorompente che potrebbe spaccare tutto?Quello che ci hanno rubato, i ladri fantasma, non sono solo i soldi.
Ci sentiamo calpestati da una mamma che inciampa sui suoi stessi figli. Vediamo gente elemosinare lavoro o, ancor peggio, uomini e donne mendicare davanti la “Casa Comunale” affinchè il loro lavoro venga retribuito. Vediamo ragazzi costretti a rinunciare ai loro sogni e chiudere le proprie attività o gente che è costretta a trasferirsi. Ad abbandonare la terra che si ama perchè se si vuole credere in se stessi non si può aver fiducia nel paese nel quale si vive.
Anche il Borgo Saraceno ha chiuso. Ve ne siete accorti? Eppure l’ultima sera eravamo tutti lì. A far finta che fosse solo una sera come un’altra passata tra amici per evitare di pensare che quel momento potesse essere tradotto con la parola Fine.
Ma forse siamo tutti troppo impegnati ad ascoltare il gossip politico come fossero le puntate di una soap in continua evoluzione senza preoccuparci di capire l’importanza di ciò che sta alla base. Senza comprendere programmi, idee, alle volte senza anche avere la possibilità di sentirli questi programmi.
Eppure a me, del gossip di “curtigghio”, quello non sano, che confonde e prende per il culo non me ne frega niente. La mia generazione vuole strumenti che le permettano di esprimere al massimo le sue possibilità. Vuole qualcuno che prenda sul serio le sue problematiche e spinga affinchè i sogni non debbano essere abbandonati. Guardare il proprio futuro e vederlo così lontano da non riuscire a percepirlo non può essere un’abitudine.
Avete guardato gli occhi dei padri di famiglia? Avete visto nei loro occhi il velo di tristezza che la crisi ha portato con sè? Avete notato come stringono i pugni sui fianchi e cercano di sorridere ai loro figli? O come guardano la lista dei libri scolastici pensando a cosa dovranno rinunciare per poterli comperare?
La crisi ci ha distrutto, spossato, reso schiavi del “non posso” ma, almeno a casa, dobbiamo avere la possibilità di tirare un sospiro di sollievo. Di essere se stessi, stringere i denti e non aver paura di essere beatamente fregati giorno dopo giorno.
Ponetevi una domanda:”Cosa bisogna fare per salvare Brolo?”
Il nostro paese ci chiede di osservare e reagire. Senza simpatie. Senza divenire strumenti politici o trasformarci in un voto perdendo lo status di “persona”.
È una mia opinione. Ma che nessuno si arrechi una finta podestà su quanto scritto.
Resisti Brolo.
Stringendoti la mano. Una parte di te.
Morena Gammeri